Mettere in campo tutte le iniziative possibili per sostenere bambini e ragazzi nel loro percorso di crescita. Ecco quindi “Imparare ad imparare”, il progetto pilota per la sperimentazione di metodologie innovative di sviluppo socioeducativo messo in piedi dal Comune in collaborazione con l’Associazione Shangri-Là. I ragazzi saranno selezionati in base alle segnalazioni provenienti dalle scuole e dall’Ufficio Servizi Sociali. E’ rivolto a ragazzi con situazioni di disagio e difficoltà nell’apprendimento – spiega l’Assessore Riccardo Maraia – . Saranno impegnati alcuni pomeriggi alla settimana fino a dicembre. Un lavoro di 30 ore che si svolgerà presso il Centro Anck’io che si conferma punto di riferimento per le esigenze delle famiglie villafranchesi”. Il progetto prevede la creazione di 5 gruppi di ragazzi, ciascuno dei quali composto da 4-5 membri: tre riguardano i bambini di 3ª e 4ª elementare, due i ragazzi di terza media e prima superiore. Il Comune investe 2200 euro nel progetto e altrettanto fa l’associazione. “Il metodo – spiega Lilia Begnoni, responsabile dell’Associazione Shangri- Là – punta a risvegliare le qualità nascoste dei soggetti in questione. E’ un processo i cui risultati saranno visibili nel medio e lungo periodo e raggiungibili attraverso specifici esercizi destinati ad ogni singola carenza cognitiva”. Annalisa Peloso, psicopedagogista per l’Associazione Shangri-Là coinvolta nel progetto insieme a Sabrina Lussignoli, Marzia Marangoni, Rossella Bottellini e Rossana Fogliata, spiega le caratteristiche del “Metodo Feuerstein” che può essere applicato anche agli adulti. “Normalmente si abbassano delle aspettative per risolvere le difficoltà nell’apprendere. Invece qui si vuole fornire alla persona che vive il disagio la possibilità di migliorare l’apprendimento”. L’Assessore alla Cultura e all’Istruzione Maria Cordioli evidenzia la differenza tra questo progetto e quelli già attuati sul territorio. “Non ha niente a che vedere col dopo scuola dove i ragazzi vengono seguiti nell’attività educativa e nel fare i compiti o con il progetto Anatra Bianca rivolto a chi vive un disagio grave. Si tratta di un’opportunità in più, indipendente dalle attività scolastiche, che viene offerta ai ragazzi e un sostegno ulteriore alle famiglie”.