L’ultimo consiglio comunale si è chiuso all’insegna dei veleni. Ecco il dibattito scatenato dal consigliere Lucio Cordioli (Pdl): «Per il Pat abbiamo chiesto all’ufficio tecnico che non ci fosse una sola persona, perché è una cosa da condividere. Non è stato accettato. Avevo proposto di farmi parte attiva per il teatro Verdi, il cui progetto era già stato avviato dai parroci. Il sindaco mi ha risposto che faceva lui. E infatti non è successo nulla». Il sindaco se ne va e Lucio Cordioli decide di interrompere l’intervento.
Allora replica Franco Pennacchia (Pdl): «Poteva esserci una collaborazione migliore. Invece non ho mai sentito nessun consigliere venire a parlare per dare il suo contributo. Abbiamo fatto varie riunioni. La realtà è che c’è stata una presa di posizione contraria a priori da parte di qualche consigliere sul Pat».
Torna il sindaco e Lucio Cordioli riprende: «Centro Chievo. Siamo passati per quelli che hanno bocciato il progetto. In realtà non è così. Dopo tanti no abbiamo detto sì al progetto e abbiamo chiesto di portarlo in consiglio e lo avremmo approvato. Così non è successo. Il sindaco poteva e doveva andare a firmare in Regione e poi portare il progetto in consiglio. Ha assunto personale nuovo per la segreteria mentre, visto che si parla di risparmi, poteva usare quello che c’era. Sul casello di Dossobuono ho chiesto di andare davanti alla popolazione per presentare il progetto. Improvvisamente da promotore il sindaco è diventato il più grande affossatore. Nel 2011 chiesto una verifica politica. Mai successa. Poste? Il sindaco sapeva da prima e magari si sarebbe potuto far qualcosa in più. Imu. Prima ha voluto umentare l’Irpef. Eravamo contrari ma abbiamo accettato per spirito di servizio. L’Imu l’abbiamo fatta togliere noi consiglieri salvo poi vedere che è stato il sindaco il protagonista. Gli altri per lui non esistono. Infine il simbolo Pdl. L’80% non è con Faccioli. Volevamo un sindaco che, al di là dell’impegno, desse l’esempio. Basta una piccola situazione: se negli ambienti pubblici non si fuma, non si fuma. Invece accade nel suo ufficio, in giunta e nei corridoi».
Risponde il capogruppo Nicola Terilli (Udc) attaccando anche il presidente del consiglio: «Il presidente Ortombina è abituato a fare il censore a senso unico. Niko Cordioli aveva lanciato la proposta delle primarie nel senso che ognuno correva da solo al primo turno e poi si sosteneva chi vinceva. Gli interventi di questa sera indicano che c’è tutto fuorché questa possibilità. Dopo 5 anni di maggioranza ci si è divisi negli ultimi due mesi, anche se gli aspetti caratteriali del primo cittadino erano stati già in discussione ma non motivo di rottura. Il depliant? E’ normale in campagna elettorale. Il cittadino non è così tonto da non capire che è stato possibile grazie alla condivisione di tutti i colleghi di giunta e consiglieri. Grezzanella. Ho fatto numerosi emendamenti in Provincia dove sono all’opposizione. E’ una questione economica. La famosa filiera o si è interrotta o non ci sono i finanziamenti. E questo uno ha il dovere morale di dirlo. Poste. Loro hanno una visione del mercato privatistico e non considerano più il servizio come pubblico. Probabilmente bisognava ragionarci insieme ma se il mercato è deficitario le Poste chiudono gli uffici. Pat. I cd erano in possesso dei consiglieri dal 2010. C’era tutto il tempo per andare ad approfondire. se si voleva. Chievo. Non ho condiviso l’atteggiamento in consiglio dopo che tutti si erano dichiarati favorevoli al progetto. Quanto al bilancio, i revisori dei conti ci dicono che gli avanzi ancora dovranno essere destinati alla riduzione del debito. E’ strada obbligata. E’ stata persa l’occasione di chiudere in maniera serena i lavori consiliari».