Ecco le ultime risposte, quelle singole, dei cinque candidati alla carica di sindaco del primo confronto diretto svoltosi in Biblioteca.

Come ha intenzione di gestire i bandi regionali nell’ambito delle politiche giovanili?
Pecoraro: «Non solo bandi regionali ma anche europei. Mi stupisce che ancora questo Comune non abbia attinto ai fondi europei. Ci siamo già mossi per la cittadella della legalità. Non so abituato a vendere fumo, non sono un politico: i tempi sono quelli che sono ma se usi la testa e i mezzi che hai a disposizione arrivi all’obiettivo».
Giovani e trasporti, soluzioni per la mobilità
Tumicelli: «Molti Comuni hanno le navette che portano studenti dal centro alle frazioni. La metropolitana leggera rinnova la città e facilita l’interscambio con Verona oggi molto difficile».
Tutti hanno coinvolto i giovani, la sua lista è in controtendenza.
Bicego: «Assolutamente no, i giovani ci sono. Ci sono ragazzi capaci, propositivi, senza aver obbligato nessuno. Dare spazio alla concertazione rispetto al mondo giovanile».
Nel programma parla di tavolo di partecipazione dei giovani per renderli protagonisti: come?
Martari: «L’idea da cui nasce il tavolo territoriale ha questa finalità. La principale obiezione all’amministrazione Faccioli è l’autoreferenzialità. Troppo dirigismo dall’alto verso il basso. Serve esattamente il contrario. Il tavolo territoriale deve diventare pare integrante del servizio delle politiche giovanile e educatrici. Mettere a sistema competenze e professionalità. Commercianti, esercenti, albergatori e l’amministrazione che sia parte attiva ma non opprimente: se ciascuna di queste componenti non si assume la responsabilità di farsi carico in quota parte della responsabilità amministrativa del paese non ne usciamo».
Dice di tenere ai giovani e al loro futuro, quali politiche come ente comunale ha promosso i questi anni sull’occupazione giovanile e quali intende realizzare?
Faccioli: «L’amministrazione comunale deve mettersi in gioco di fronte ai giovani. Contemporanea. Lab, sportello donna, stage universitari in municipio sono esempi di coinvolgimento dei giovani».

Appelli al voto
Pecoraro: «La politica è fare quello che ho fatto nel lavoro: partire dal territorio per rispondere alle sue esigenze. Mi piace l’aspetto ludico per una comunità, ma anche culturale. Penso alla settimana del libro, un premio nazionale intitolato a Marchi e un premio speciale riservato a un giovane villafranchese. Chi diventa sindaco deve offrire delle opportunità».
Bicego: «La nostra è una proposta diversa. Lo abbiamo dimostrato in questi cinque anni in piazza. Essere sempre in prima linea per portare avanti i nostro obiettivi. Vogliamo Villafranca più verde, più biologica e più vivibile con rifiuti zero, parchi e con le idee soprattutto vostre. Non può essere che voi delegate a noi. Posso insegnare la tecnica di gioco ma dovete mettervi in gioco. E la sintesi finale sarà la Villafranca del domani».
Tumicelli: «Andare a votare, è una grossa opportunità. Messo nome Rinnoviamo perché non è sinonimo di giovani o di mandare a casa tutti. Si deve cambiare modo di fare politica. Mettersi a disposizione e in ascolto del cittadino. Dicono che i giovani sono arroganti, ma credo che mettere rinnoviamo sia il modo più umile e onesto di mettersi in gioco».
Martari: «Noi siamo la sintesi per mettere fine alle divaricazioni, gli egoismi e i personalismi di questi anni. L’apertura di dialogo è un percorso non calato dall’alto. Villafranca avrà ruolo strategico solo se saprà aprirsi a nuove relazioni, leader costruttiva di un’area vasta che può diventare beneficio per tutte le categorie economiche. Abbiamo lanciato un metodo di lavoro attraverso il dialogo, il rispetto e la condivisione delle idee per cambiare il percorso dell’ultimo quinquennio villafranchese».
Faccioli: «Abbiamo fatto tanto e vogliamo fare di più. Non fatto una campagna su promesse perché le risorse sono scarse e c’è il patto di stabilità. Tutelare la famiglia, i giovani, le fasce deboli, tenere i servizi alla persona. Abbiamo progetti che possono far crescere Villafranca e farla diventare ai vertici del Veneto».