Sottoscritto l’accordo tra l’Ulss 22 e i rappresentanti degli enti gestori dei servizi residenziali e semiresidenziali dell’area disabilità. E’ stato così rimodulato tutto il settore. Entro il 2020 le strutture dove possibile saranno accorpate con 20 posti per quelle residenziali e e 30 per le semiresidenziali. Dal 1 dicembre verranno accorpate in un unico centro semiresidenziale i centri diurni. Dal 1 gennaio sarà abolito il regime della doppia retta, in quanto le strutture residenziali si impegnano a far svolgere agli ospiti assegnati un’attività educativa occupazionale integrativa L’Incontro di Rosegaferro e L’Azalea di Mozzecane. Ancora da stabilire dove. E sul Ceod di Villafranca nessuna possibilità nella situazione attuale, di aprire l’area residenziale. “E’ un passaggio storico – commenta il direttore generale dell’Ulss 22 Alessandro Dall’Ora – . Ognuno ha messo il massimo della disponibilità e della collaborazione per liberare risorse nuove da investire per i servizi riorganizzando tutto il settore. Ci saranno vari passi per arrivare all’assetto finale. Si è partiti dal tavolo della disabilità che ridisegna il piano di zona, strumento di programmazione per dare risposta ai bisogni, cercando di tenere gli utenti più vicino possibile. Aspettiamo che la Regione di pronunci su un generale riordino. Si continua a parlare di costi standard ma si continua a viaggiare su quelli storici perché i cambiamenti comportano che qualcuno avrà di più rispetto all’attuale e qualcuno di meno. Ci danno 90 milioni all’anno in meno dell’Ulss 12 di Venezia che ha gli stessi abitanti. Potremmo pagare tutti i servizi e fare due ospedali all’anno con quei soldi. E qui non è che ci siano meno problemi che altrove”.
Marco Sartori del coordinamento: “Un accordo che prevede sacrifici e una leggera diminuzione dell’erogazione dei servizi e ridimensionamento del personale. Accordo ponte perché aspettiamo con assoluta urgenza la determinazione delle rette standard che rendano effettivamente reale il livello dei servizi erogati nel Veneto. Se non c’è l’erogazione di risrse omogenee i servizi non possono essere omogenei. Ora bisogna rispondere urgentemente alle liste d’attesa. Dal 1 gennaio l’Iva agevolata passerà al 10 dal 4%. Ai Comuni dico che essendo un costo non vorrei che si rivelasse un taglio del 6% dei fondi dedicati ai serviz”i.
Virgiono Furri (Fondazione Historie): “Risolti bene alcuni aspetti tecnici guardando le possibilità che c’erano. C’è stata grande trasparenza”.
Il presidente della Conferenza dei Sindaci Umberto Chincarini: “L’impegno dei Comuni di mantenere alto il livello dei servizi si limitava a pagare e basta. Passo avanti degli enti gestori di consorziarsi e parlare con un’unica voce, Il nuovo rapporto dà certezza che tutti gli euro che escono dai nostri comuni vengono impiegati esattamente per gli obiettivi decisi. I Comuni danno 7 milioni e 571 mila euro per garantire questo servizio”.