Un credito d’imposta di 600 euro per ogni tep risparmiato (tep – tonnellate equivalenti di petrolio, unità di misura per l’energia), da utilizzare in tre anni, per una grande famiglia di utenti: è la proposta di un nuovo schema normativo destinato ad imprese e venditori/ESCo (Energy Service Company) che progettano e realizzano programmi di efficientamento degli usi finali di energia, con una riduzione dell’intensità energetica pari ad almeno il 5%. Di questi 600 euro/tep, 400 sono destinati alle imprese e 200 a venditori di energia o ESCo. Questa proposta normativa, che arriva dal Comitato Scientifico di Smart Energy Expo, la prima fiera internazionale dedicata all’efficienza energetica e alla white-green economy, organizzata da Veronafiere, è stata discussa questa mattina durante il convegno “Obiettivo 2014: Efficienza energetica e sviluppo. Un nuovo modello industriale”, nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati di Roma. [//] Al convegno erano presenti i principali stakeholder italiani del mondo dell’energia, Ermete Realacci, Presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera, Massimo Mucchetti, Presidente della 10ª Commissione Industria del Senato, Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria, Federico Testa Direttore del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona e Presidente del Comitato Scientifico di Smart Energy Expo e Ettore Riello, Presidente di Veronafiere. La norma si pone l’obiettivo di promuovere la concorrenza e il recupero della competitività delle imprese mediante una riduzione del costo dell’energia che deriva da un incremento dell’efficienza negli usi finali dell’energia e la riduzione dell’intensità energetica del rapporto energia/valore aggiunto delle imprese. «L’efficienza energetica deve diventare il criterio guida delle piccole e medie imprese in quanto può rappresentare la chiave principale per ridurre i costi dell’energia nei processi industriali, per assicurare una maggiore competitività dell’industria nazionale e, contestualmente, è lo strumento cardine per trasformare la sfida ambientale, definita a livello UE al 2020 e al 2050, in un’opportunità di crescita economica ed industriale» ha affermato Giorgio Squinzi. Un cambiamento che consente di passare da un sistema di incentivazione basato su agevolazioni concesse a specifiche soluzioni impiantistiche, ad agevolazioni concesse in funzione dei risultati conseguiti senza andare a considerare gli interventi specifici effettuati, fatto salvo che i risparmi non derivino da elementi non connessi all’efficienza energetica «Se solo il 10% di 100.000 utenti potenzialmente interessati prendesse in considerazione questa proposta, a fronte di un costo per il sistema compreso tra 20 e 35 milioni di euro l’anno, si potrebbe generare un risparmio compreso tra 100 e 200 milioni di euro a seconda del livello di efficienza raggiunto» ha precisato Federico Testa. L’evento di oggi è il primo di una nutrita serie di appuntamenti di avvicinamento a Smart Energy Expo, la cui seconda edizione avrà luogo a Verona, dall’8 al 10 ottobre 2014. «L’efficienza energetica rappresenta uno dei pilastri su cui costruire una moderna politica industriale sostenibile. Attraverso Smart Energy Expo e il Verona Efficiency Summit che nella prima edizione hanno registrato la presenza di 9.000 operatori e 120 espositori, Veronafiere si fa soggetto attivo nel riunire i più importanti stakeholder del mondo dell’energia e nel fare chiarezza all’interno di questo settore» ha detto Ettore Riello. La proposta è da leggersi in chiave 2014, in particolare, in vista di due momenti molto importanti per il Paese: il recepimento della direttiva europea sull’efficienza energetica e il semestre di turno di Presidenza italiana in Europa. «L’efficienza energetica deve essere uno dei principali fattori di competizione delle imprese italiane, un’opportunità da cogliere, un parametro che si vada ad aggiungere al concetto di qualità per cui il made in Italy è conosciuto nel mondo» ha affermato Ermete Realacci. L’efficienza energetica è una delle sfide più importanti per indirizzare il sistema energetico su un percorso più sostenibile che sia in grado di guidare un nuovo modello di crescita economica, di progresso tecnologico e di benessere sociale. «Su 85 milioni di mq di edifici della PA e delle scuole la bolletta di 1 miliardo e 250 milioni potrebbe essere ridotta di 750 milioni l’anno con un investimento di 23 miliardi di euro» ha dichiarato Massimo Mucchetti. (fonte Nomisma) «E’ necessario un aumento della trasparenza della bolletta nel rispetto dell’utente finale e della selettività nei processi di incentivazione. E’ uno stimolo su cui siamo chiamati a riflettere, trovando nella disciplina dei sistemi efficienti di utenza il giusto equilibrio tra efficienza allocativa e sostenibilità ambientale» ha ribadito Guido Bortoni. Sono ammesse a questo nuovo schema di competitività solo le imprese che nell’anno 2013 abbiano avuto consumi di almeno 300MWh/anno di energia elettrica, o di 80.000 metri cubi annui di gas naturale. I programmi di efficientamento devono attenersi ad alcuni principi, a partire dal vincolo di non ridurre il costo del personale o il numero delle ore lavorate, non variare il servizio o la tipologia di produzione e non esternalizzare le produzioni con intensità energetica superiore alla media dell’impresa.