Banco Popolare ha approvato la relazione finanziaria annuale del 2013 e il piano Industriale sino al 2018. I dati più salienti riguardano i ricavi del Core Banking Business, in crescita dello 0,9% rispetto al 2012; il margine di interesse a 1.647 milioni: +7,8% rispetto al dato reso omogeneo del 2012 e l’ammmontare delle commissioni nette a 1.387 milioni: +1,8% rispetto all’esercizio precedente. Gli oneri operativi si attestano a 2.250 milioni (+0,3%) in linea con il 2012 dopo aver spesato oneri non ricorrenti per fondi di solidarietà ed incentivi all’esodo per 142 milioni. Confermata la previsione di chiusura dell’esercizio, già diffusa al mercato, con una perdita di 606 milioni di euro Il nuovo pino industriale prevede, sempre per titoli, la focalizzazione sul segmento wealth management (masse gestite: + 5miliardi a fine 2016); l’nnovazione dei canali distributivi a sostegno della crescita della base clienti (+250.000 clienti a fine 2016) e la contemporanea riduzione degli organici (750 uscite a fine 2016). L’utile netto atteso sarà di 609 milioni nel 2016 e di 787 milioni nel 2018 con un dividend pay out atteso al 2016 del 40% [//] Il nuovo piano industriale punta a rafforzare la redditività nel breve termine attraverso la normalizzazione del “costo del credito” ed il miglioramento della redditività commerciale, grazie alla crescita della raccolta indiretta, della raccolta diretta e degli impieghi sui segmenti delle famiglie e delle piccole e medie imprese ed al miglioramento della “forbice” tra tassi medi attivi e passivi. Il banco cambierà pelle innovando il modello retail, cambiando la rete distributiva puntando molto sulla multicanalità e la dematerializzazione aumentando la “comodità” dei clienti e riducendo i costi fissi. Obiettivo: 250mila nuovi clienti, grazie anche a 500 dipendenti che, liberati dai compiti di sportello, andranno a rafforzare le attività commerciali. Le proiezioni economiche per il Banco prevedono: proventi operativi pari a 3,8 miliardi nel 2016 e 4,1 miliardi nel 2018 (3,6 miliardi nel 2013); oneri operativi sostanzialmente stabili, pari a 2,2 miliardi nel 2016 e nel 2018 (in linea con il 2013); rettifiche su crediti in diminuzione e pari a 700 milioni nel 2016 e a 662 milioni nel 2018 (dato 2013: 1.691 milioni); costo del credito in flessione da 185 bps del 2013 a 70 bps nel 2016 e a 65 bps nel 2018; Utile netto atteso pari a 609 milioni nel 2016 ed a 787 milioni nel 2018; Cost/Income in calo dal 62,9% del 2013, al 57,5% nel 2016 ed al 54,6% nel 2018; ROTE (Return On Tangible Equity) pari a circa il 7,5% nel 2016 ed a circa il 9% nel 2018; Entro il 2016 torneranno a crescere gli impieghi nell’economia reale grazie all’uscita dalla recessione: lo stock degli impieghi vivi commerciali è previsto in crescita di 5 miliardi a 70,2 miliardi nel 2016, con il peso della componente a breve termine in crescita sostenuta; crescerà complessivamente anche l’intera raccolta: quella complessiva è prevista in crescita di quasi 9 miliardi a 119 miliardi nel 2016.