i sono voluti 18 mesi di intenso confronto, ma alla fine Ance, le associazioni cooperative e i sindacati del settore edile hanno firmato il rinnovo del contratto nazionale, raggiungendo obiettivi di efficienza, sostenibilità e qualità del lavoro, oltre a un aumento delle retribuzioni che, se non soddisfa appieno le esigenze di tutti, va comunque considerato un risultato positivo nel quadro di una crisi che continua a colpire le imprese e l’occupazione. L’intesa prevede In particolare la razionalizzazione e la maggiore efficienza del vasto sistema degli enti bilaterali, puntando su una decisa riduzione dei costi, ma anche la ristrutturazione dell’istituto dell’anzianità della professionalità edile, che assumerà un carattere nazionale e un incremento della flessibilità nei rapporti di lavoro che porta al 40% i contratti a tempo determinato. Per quanto riguarda i costi contrattuali si è raggiunto l’equilibrio su 48 euro mensili di aumento complessivo, di cui 8 per la previdenza complementare. “Il rinnovo del contratto, giunto al termine di una lunga e difficile trattativa, è frutto dello sforzo comune di garantire un futuro migliore al settore dell’edilizia”, sottolinea Fortunato Serpelloni, presidente di Ance Verona. “In un momento di perdurante crisi per il comparto dimostra il grande senso di responsabilità e la volontà del sistema di puntare alla crescita. Principi condivisi dalle imprese e dai sindacali aderenti agli Stati Generali delle costruzioni”. “Tra i punti qualificanti del nuovo contratto c’è la riorganizzazione degli enti bilaterali, tema sul quale il Veneto si è impegnato molto – aggiunge Carlo Trestini, presidente della Cassa Edile di Verona e rappresentante di Ance Verona durante la trattativa nazionale –. Le nuove linee guida garantiranno in tempi certi più efficienza, risparmi e razionalizzazione di spesa, pur mantenendo l’efficacia nei servizi che ci vede come esempio per gli altri settori”. A Verona il contratto si applicherà a oltre 1700 aziende e a un ampio indotto, per circa 9000 dipendenti che diventano quasi 50 mila a livello regionale e 800 mila in tutta Italia.[//] “Molte istanze del Veneto sono state recepite dal contratto, come l’obbligo della trasferta regionale che sarà istituita entro sei mesi. Dal punto di vista delle imprese è centrale anche la modifica dell’anzianità professionale di settore, portata a livello nazionale con un fondo di salvaguardia. Anche sul piano economico siamo soddisfatti di aver potuto offrire ai nostri dipendenti un riconoscimento almeno simbolico, segno che abbiamo fiducia nel mercato e che ci impegniamo nel sostenere i lavoratori in questo difficile momento per il settore”.