Il mondo della pesca si lecca le ferite dopo una stagione che i produttori definiscono tremenda. Ma dal Mercato Ortofrutticolo di Villafranca c’è voglia di dare una svolta positiva al futuro del settore. Quella di quest’anno è stata davvero una stagione tremenda. Prima c’è stato il caldo eccessivo, che ha causato un anticipo della maturazione dei frutti e quindi la sovrapposizione con la produzione di altri Paesi come la Spagna e la Grecia. Poi sono arrivati il maltempo e la grandine, che hanno danneggiato le pesche. In questo contesto il colpo da ko lo ha assestato la grande distribuzione, acquistando la pesca confezionata a 50/60 centesimi al chilo per poi rivenderla ad un prezzo triplicato o quadruplicato. Il risultato è che i produttori sono stati costretti a vendere le pesche e nettarine a 15 centesimi al chilo. «Non vogliamo la carità, ma una equa remunerazione del prodotto – spiega Antonio Cipriani che rappresenta all’interno del consiglio del Mercato le associazioni dei produttori -.Gli agricoltori devono credere di più sul Mercato Ortofrutticolo. Invece vanno direttamente dal privato. Questo indebolisce i produttori. Il mercato serve per fissare il prezzo di riferimento che poi viene seguito anche dai magazzini. Ora il mercato offre tutti i servizi. E’ una funzione non solo commerciale ma anche sociale. Perché bisogna tenere presente che il destinatario è il consumatore».
Molti agricoltori sono scoraggiati e stanno abbandonando la coltura della pesca, che nel veronese ha una lunga tradizione. Altri lasciano le pesche sugli alberi, a fronte di costi di raccolta che si aggirano sui 25 centesimi al chilo e sono quindi di gran lunga superiore ai ricavi.
«Siamo l’unico settore in cui quando si va ad acquistare i mezzi di produzione, come i concimi e gli antipararassitari, il prezzo lo fa chi lo vende mentre, quando noi vendiamo, il prezzo lo fa chi lo acquista – commenta il direttore Luigi Scattolini -. Serve un impegno delle istituzioni nei nostri confronti. Bisogna cambiare rotta, sia quando si vanno a fare accordi commerciali con altri Paesi, sia nelle regole che riguardano la grande distribuzione. In altri paesi prima consumano il prodotto locale e poi quello estero. Da noi si fa solo una politica del prezzo e non conta se il nostro prodotto ha alte proprietà organolettiche, è più controllato e sano”.
Il Mercato di Villafranca non vuole assistere passivamente alla inesorabile decadenza del settore. «L’idea è di investire nel Mercato con ammodernamento delle strutture, che significa celle, investimenti strutturali e andare verso un ufficio commerciale unico e non su quattro sedi come oggi – commenta il presidente Gabriele Ferraro -.
Bisogna cercare di offrire ancora qualche servizio in più, come potrebbe essere una prima lavorazione».