Seconda cucciolata di lupacchiotti, nella Lessinia Veronese, per Giulietta e Slavc, i due lupi, lei italica, lui dinarico – balcanico, che si sono incontrati nel 2012. Sono 7 i lupacchiotti venuti alla luce a fine primavera, come verificato dal personale del Comando Stazione di Bosco Chiesanuova del Corpo Forestale dello Stato e del Parco della Lessinia. Il ricongiungimento e la formazione di un nucleo familiare di esemplari di due popolazioni (quella italiana e quella balcanica) non più in contatto da secoli è un evento di elevatissimo valore biologico. Si tratterà ora di vedere cosa deciderà madre natura per il futuro dei piccoli, ma in ogni caso, l’elevato tasso di mortalità dei cuccioli durante il primo inverno (circa il 60% -80% dopo il primo anno di vita) e la naturale propensione [//]all’allontanamento dal nucleo originario, consentono al branco di autoregolarsi numericamente. Infatti i giovani generalmente rimangono nel nucleo famigliare fino a 1-2 anni di vita, aiutando i genitori ad allevare i nuovi nati e apprendendo dagli adulti le tecniche di caccia e i moduli comportamentali per la vita di branco fino al raggiungimento dell’età adulta, quando tendenzialmente lo abbandonano per intraprendere la fase di dispersione. Percorrono allora anche diverse centinaia di km alla ricerca di un territorio libero e di un individuo di sesso opposto con cui fondare un nuovo branco. Alcuni esemplari conducono invece vita solitaria, come il caso di M24 presente da diversi anni in Trentino-Alto Adige.
«La natura dimostra ancora una volta la sua capacità di rigenerazione – afferma il presidente del Veneto Luca Zaia – ed evidenzia l’importanza di mantenere aree naturali dove l’ambiente non sia messo in pericolo ma anzi tutelato, in una corretta coesistenza tra presenza umana, attività antropiche e fauna selvatica. Considero la nuova cucciolata un elemento di valorizzazione del Veneto e della montagna veronese».
«Comprendo bene che una notizia del genere potrebbe non rendere contenti gli operosi abitanti della Lessinia, soprattutto gli allevatori di pecore e capre – commenta l’assessore regionale alla caccia Daniele Stival – ma in ogni caso questa nascita va salutata come un evento naturalistico straordinario. Continuano in ogni caso le attività di monitoraggio e vigilanza, anche per seguire e tenere costantemente sotto controllo le attività del branco. Come Regione sosterremo gli allevatori, come abbiamo sempre fatto e, a dire la verità, dal punto di vista economico ci preoccupano molto più i danni e i rischi per le persone causati dal proliferare dei cinghiali in più parti del Veneto».
Il lupo è infatti estremamente schivo ed elusivo, non rappresenta alcun pericolo per l’uomo e riuscire ad osservarlo in natura è un evento eccezionale e fortuito. Come testimoniano i dati relativi al restante territorio italiano, Appennino e Alpi occidentali, a fronte di diverse centinaia di animali presenti non è mai stato documentato nell’ultimo secolo alcun caso di aggressione nei confronti dell’uomo. Per contro, la specie, “particolarmente protetta” dalle normative nazionali e comunitarie, ha un importante ruolo al vertice della piramide alimentare nell’ecosistema alpino e pre-alpino. La dieta del lupo è costituita in media da circa il 90% da ungulati selvatici, con attacchi al bestiame domestico legati all’accessibilità dello stesso. Ad oggi le predazioni su domestico accertate nel territorio veronese nel 2014 ammontano a 11 capi complessivi, dei quali uno sopravvissuto all’attacco. In ogni caso, a partire dalle prossime settimane gli uffici regionali organizzeranno incontri con le comunità della Lessinia, per fornire una corretta e completa informazione sull’evento e sulle più opportune misure gestionali da intraprendere.