Esplode la polemica politica sull’uso del Castello. All’indomani dell’annuncio che la “Festa della birra” (o Villafranca Fest) non si farà, dopo 16 anni, c’è stato un duro dibattito tra gli operatori, che danno la colpa al fatto che il sindaco non vuole che si rovini l’erba del prato interno al Castello, e l’amministrazione, che invece rimbalza le accuse agli esercenti che non vorrebbero (anche economicamente) mettersi in gioco. Un assist per le opposizioni. «Chi in campagna elettorale aveva creduto alle bufale che noi avremmo tolto di mezzo la “Festa della birra”, la “Notte bianca” e gli altri eventi aggregativi organizzati dal comune – afferma Paolo Martari del Centrosinistra – ora deve prendere atto che chi raccontava balle non era il sottoscritto. E’ vero, invece, che anche in passato ci eravamo battuti per eventi che non fossero solo per bere ma con l’aggiunta di proposte culturali (musica, arte, teatro, cinema, altro) che valorizzassero ancora di più l’opportunità di trovarsi insieme per fare festa. La “Festa della birra” costituisce un’occasione di lavoro per gli esercenti e di aggregazione per la comunità, villafranchese e non solo, ma ancora di recente si sono manifestati casi problematici di abuso d’alcool, soprattutto con riguardo ai minori. Serve quindi un impegno serio, e non solo a parole, da parte dei baristi e degli organizzatori, per favorire la crescita di una cultura diversa, che non vieti (ipocritamente) il bere ma responsabilizzi sia chi serve gli alcolici che chi li consuma». Ma la questione resta l’utilizzo a 360 gradi del Castello. «E’ un bene della comunità villafranchese, non del suo sindaco – accusa Martari -. Recentemente sono stati eseguiti lavori di riqualificazione interna finalizzati ad assecondare la mania del sindaco, che considera il manto erboso del Castello come una reliquia preziosa da conservare. Supermario in persona l’ha voluto ed accudito; per questo lo considera “suo”. Ma proprio a causa di questa convinzione non ha concesso di organizzare anche eventi di carattere solidaristico (La Festa dei popoli, ad esempio, nell’autunno scorso, organizzata dalla Vicaria di Villafranca). Ma, soprattutto, il Castello è di fatto un luogo chiuso al pubblico e, in particolare, ai Villafranchesi che avrebbero tutto il diritto di frequentarlo. Qual è il progetto dell’amministrazione per l’uso del Castello? Il Castello deve essere patrimonio della nostra comunità, prima di tutto. Venga aperto, quindi, alla cittadinanza. Si avvii un ragionamento serio sul suo utilizzo. La sintesi, purtroppo amara, che si ricava è che nella mentalità del sindaco l’erba del prato conta più delle persone».
Interpellato per dare una contestuale replica a Martari, il sindaco Mario Faccioli ha avuto una reazione verbale violenta che, nella parte che può essere tradotta in termini pubblicabili, suona così: «Non devo replicare a nessuno perché non ho vietato la festa della birra. E’ falso e quindi non c’è nulla da scrivere».