Il ponte di legno di Borghetto verrà demolito e ricostruito. Le infiltrazioni d’acqua e le intemperie hanno fortemente lesionato la struttura. Recentemente la sostituzione da parte di AGS della condotta dell’acqua potabile che passa attraverso il ponte ha fatto scattare l’allarme.
Il Comune ha provveduto ad elaborare un progetto preliminare: i lavori partiranno all’inizio del 2016 e dureranno circa 60 giorni. Il costo dell’opera sarà di 430 mila euro.
La nuova costruzione del ponte di legno ricalcherà il più possibile la struttura esistente, con l’unica variante costituita dall’introduzione di pali di cemento armato rivestiti di legno o rame in alternativa ai pali di legno, molto più fragili. Il ponte verrà chiuso, il flusso dell’acqua sarà deviato. Secondo lo storico Farinelli il primo ponte risale al Medioevo grazie ai Templari. Nel 1202 gli Scaligeri ricostruirono un nuovo ponte di legno lungo il guado, erigendo un sistema fortificato intorno al borgo. Dell’impianto difensivo oggi si può vedere la torre merlata di accesso. Costruito in pietra e legno, fu ragionato in modo che si potesse all’occorrenza smontare in caso di avanzata del nemico. Le ultime ricostruzioni furono eseguite nel 1952, nel 1971 e nel 1991.
«Già nel 2011 – spiega il consigliere delegato ai lavori pubblici Francesco Bonfaini – avevamo constatato lo stato di degrado del ponte vietando il traffico veicolare e dando incarico per un progetto preliminare di rifacimento totale che fu spostato poi di anno in anno facendo piccoli interventi manutentivi, poiché l’ingente importo per la ricostruzione non ci permetteva di far altro. Abbiamo accordi importanti con l’Agenzia Interregionale fiume Po per avere un contributo, ma intanto per finanziare l’opera abbiamo cancellato manutenzioni strade (300.000 euro) e realizzazione del marciapiede ciclopedonale da Borghetto al Ponte Visconteo lato Ovest (129.000). Risulta sempre più difficile programmare simili interventi: ogni anno mandiamo allo Stato milioni di euro raccolti con le tasse, soldi che non tornano da reinvestire sul nostro territorio».