Resta allarme rosso per il kiwi. Di questo si è parlato ieri sera nella sala congressi di Veronamercato in occasione del tradizionale incontro dedicato alle stime di produzione e commercializzazione del kiwi organizzato in collaborazione con la Camera di commercio scaligera e caratterizzato dalla presentazione di Tomas Bosi del Cso, che ha sostituito il direttore Elisa Macchi ed è intervenuto dopo il saluto delle autorità locali davanti a una folta platea. Per l’anno in corso sono stimati complessivamente circa 24.440 ettari coltivati, con una flessione dell’1% sul 2014. Veneto (3.424 ettari) ed Emilia Romagna (3.591) fanno segnare un calo del 4%, il Piemonte (4.569 ettari) flette del 3%, stabile il Lazio (7.292 ettari), in aumento le aree a Sud, soprattutto in Calabria e Campania. In provincia di Verona, però, la situazione è grave visto che si fa più consistente il problema dell’asfissia delle piante rispetto al 2014. Sono interessati quasi 1.000 ettari, mentre nel 2014 erano stati valutati oltre 600 ettari e il problema viene segnalato anche in aree che lo scorso anno erano esenti.
Dei circa mille ettari, oltre 420 ettari presentano piante morte e quindi con produzione pari a zero; circa 270 ettari in forte sofferenza sono accreditati di una produzione scarsissima, pari al 20% del potenziale; la parte rimanente (altri 270 ettari) sono stati considerati in media sofferenza e presentano una produzione un po’ più elevata (circa il 40/50% del potenziale).
Il calo delle superfici (-5% sul 2014) è in imputabile alla minore entità degli impianti giovani che progressivamente entrano in produzione. La resa nella provincia veronese è stimata in calo del 25% rispetto al 2014, così come la produzione, fortemente ridimensionata (da 56 mila a 42 mila tonnellate). E’ stato calcolato che il danno per un ettaro coltivato a kiwi ed espiantato causa moria sia di 100 mila euro in quattro anni: 18 mila euro l’anno di mancata produzione, più i costi di reimpianto e di coltivazione per far tornare la pianta produttiva, al quinto anno. «Le aziende nei 12 Comuni interessati dalla moria sono 930, in tutto i coltivatori di kiwi sono 1.200 – sottolinea Fausto Bertaiola, presidente del Consorzio di tutela del kiwi di Verona -. Il territorio si sta muovendo per il verso giusto, c’è una maggiore collaborazione anche con l’Università. Aspettiamo prima di espiantare».
Il consigliere comunale di Villafranca Adriano Cordioli (nella foto) ha ribadito il ruolo esercitato dai Comuni in questa problematica: «Era presente anche un rappresentante della Regione che dai Comuni è stata attivata per portare avanti la richiesta al Ministero e quindi alla comunità europea di stato di calamità. E’ l’unica strada per ottenere i finanziamenti per questi scopi specifici. Si vuole cercare di avere il più possibile mano libera per gli agricoltori che non devono ricevere un contributo solo se destinato a una sola coltivazione. Si deve avere la possibilità di poter intraprendere un’altra produzione di frutta oppure ripiantare i kiwi. Bisogna garantire a chi ha avuto il problema di poter ripartire con la produzione e con delle certezze. I nostri tecnici, che seguono il progetto della baulatura, hanno già fatto le campionature della parte aerea, delle radici e del terreno. Abbiamo fatto di nuovo presente alla Regione che c’è bisogno di un aiuto perché servono 20 mila euro per fare la ricerca più approfondita possibile»».