Regionalizzare il debito pubblico italiano in cambio di più autonomia alle regione virtuose. La proposta è del capogruppo della Lega Nord in Regione Veneto, Nicola Finco, che in una nota commenta quanto apparso ieri su tutti i maggiori quotidiani in merito all’allarme della U.E. sul maxi-debito pubblico italiano.
“Un debito – scrive l’esponente leghista – che al 30/11/2015 ha raggiunto la preoccupante, quanto assurda, quota di ben 2.211.882 milioni di euro di cui ben il 95,7% a carico delle amministrazioni centrali e solo il 4,3% di quelle locali (Regioni 1,5, Province 0,4, Comuni 2,0%, altri enti 0,5%).
Fino a quando non metteremo mano alla spesa pubblica con il criterio dei costi standard il debito continuerà a crescere e le amministrazioni pubbliche sprecone continueranno a scialacquare”.
“Oltre all’applicazione dei costi standard per tutte le amministrazioni pubbliche, soprattutto per quelle centrali, – spiega Finco – noi veneti potremmo accollarci una parte del debito pubblico nazionale pari a 122 miliardi di euro, che ripagheremo in pochi anni, tenendoci il nostro residuo fiscale che ammonta a oltre 20 miliardi l’anno. Sembra un paradosso, ma è il prezzo con cui il Veneto, che non ha responsabilità sul debito pubblico, potrebbe finalmente essere libero e godere di una vera autonomia e continuando, comunque, ad essere solidale”.
“Non è una proposta strampalata e demagogica, – precisa – ma assolutamente concreta e realizzabile: se prendiamo l’intero ammontare del debito pubblico, che sottrae al Paese quasi 90 miliardi l’anno di interessi (terza voce di spesa del Paese dopo Sanità e sociale e prima dell’istruzione!), potremmo decidere di ripartirlo equamente tra le 20 regioni. In che modo? Attraverso la media di tre criteri: la responsabilità storica, la demografia, e la capacità fiscale (cioè la distribuzione del PIL)”. [//]
“In questo modo, spiega Finco il Nord si accollerebbe una quota di debito pari a 785 miliardi, il Centro 355 e il Sud 976. Al Veneto spetterebbero 122 miliardi come già detto. E’ il prezzo della nostra libertà e purtroppo aumenta ogni anno per colpa delle politiche centraliste ed assistenzialiste del Governo, non ultima la recente riforma costituzionale, che riporterà molte competenze a Roma sottraendole a Regioni e Comuni, ma soprattutto sottraendole alle valutazioni dei cittadini.
Se nel 2012 la ‘nostra’ quota di debito statale era di 109 miliardi, oggi è di 122: una follia. Non è riaccentrando le funzioni, e quindi sottraendo al giudizio e controllo attento dei cittadini l’operato delle amministrazioni pubbliche centrali, che si riuscirà a diminuire il debito pubblico, anzi. I dati contenuti in molti autorevoli studi – conclude Finco – hanno dimostrato che più l’amministrazione della cosa pubblica è vicina al territorio, e quindi ai cittadini, maggiore è l’efficienza e minori sono gli sprechi di denaro e risorse: ricordo a tutti che i nostri Comuni sono i più virtuosi d’Italia e la nostra Regione si colloca al secondo posto tra tutte le Regioni”.