Una gita a Venezia per ricordare la Shoah e vivere concretamente e senza retorica la Giornata della Memoria. Le classi terze della scuola secondaria di primo grado Cavalchini Moro di Villafranca si sono recate a Venezia per visitare il Ghetto ebraico più antico del mondo. Era infatti il 27 marzo 1516 quando il governo della città propose di mandare “tutti” gli ebrei di diverse contrade cittadine ad abitare “uniti” in Ghetto Nuovo, “che è come un castello”. Il luogo avrebbe dovuto essere delimitato da due porte da aprire la mattina al suono della “Marangona”, la campana di San Marco che scandiva i ritmi della città, e richiuse a mezzanotte. Due barche del Consiglio dei Dieci inoltre avrebbero circumnavigato ininterrottamente l’isolotto “per garantirne la sicurezza”.
Entrando dal “sottoportego” vicino al Ponte delle Guglie nel sestiere Cannaregio si arriva alla piazzetta del ghetto, con un vecchio pozzo, una fontana e la casa di riposo israelitica da cui nel 1944 furono prelevati 21 ebrei assassinati nei lager nazisti. E’ ancora visibile sugli stipiti delle porte l’incavo diagonale che alloggiava la mezuzah, l’astuccio scaramantico con i versi della Bibbia e affacciati alla piazza si vedono i portici dei banchi dei pegni e le cinque sinagoghe; tutto intorno alla piazza e ai lati degli stretti vicoli si notano case altissime, fino a sette piani, le più alte di Venezia, perché lo spazio a disposizione delle famiglie ebree era esiguo e delimitato dai canali.
Prima del 1516 quel sestiere era uno spazio malsano di concerie e fonderie; veniva chiamato ” Getto” perché in quegli edifici vi era la gettata dei metalli, ma i primi ebrei venuti dal nord pronunciarono il nome alla tedesca, con la ” Gh” dura e quel nome rimase, si sparse a Venezia, nel Mediterraneo e nel mondo.
“Vedere dal vivo i luoghi in cui sono vissuti gli ebrei prima dei rastrellamenti, leggere le lapidi che testimoniano gli eventi storici del passato è stato un modo diverso per prepararsi alla giornata della memoria” spiega la professoressa Sonia Schiavo che ha organizzato e coordinato le quattro uscite. “Grazie alla spiegazione delle guide, i ragazzi hanno approfondito il tema della Shoah che hanno studiato sui libri, facendo proprie e condividendo le parole di Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” aggiunge il dirigente scolastico Fabrizio Gasparini.