Il Centrosinistra va all’attacco sulla qualità dell’aria nel territorio comunale. Lo fa dopo la pubblicazione dei dati di Legambiente, ma l’aveva fatto alcune settimane fa con un’interpellanza denunciando il comportamento ritenuto contraddittorio dell’amministrazione comunale. Accuse rispedite al mittente dal primo cittadino. «Più volte abbiamo richiesto all’amministrazione comunale che venissero fornite alla popolazione di Villafranca informazioni aggiornate circa la qualità dell’aria che respiriamo – spiegano i consiglieri comunali Matteo Melotti, Isabella Roveroni, Paolo martari, Gianni Martari e Davide Zago -. Le risposte ricevute sono state vaghe, dilatorie e contraddittorie. Una prima volta ci è stato risposto che tali dati erano facilmente consultabili sul sito ARPAV, dove tali dati non esistono. Nella VAS (Valutazione Ambientale Strategica), documento collegato al PAT (Piano di Assetto del Territorio), recentemente approvato dalla Regione Veneto ed ora vigente, si legge che la centralina ARPAV situata nel nostro territorio comunale non è più operativa dalla fine del 2011. All’interno dello stesso documento vi sono tabelle e dati circa la qualità dell’aria nel nostro comune che fanno riferimento al “Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Verona”, stampato nel 2008 ma riferito a misurazioni effettuate prevalentemente nel 2007, cioè 8 anni fa. Nel consiglio comunale del 3 Luglio scorso, a fronte di una nostra richiesta di stanziare fondi per far eseguire ad ARPAV delle analisi dell’aria, il sindaco ha risposto affermando a più riprese che il Comune ha a disposizione 3 centraline per il monitoraggio dell’aria e che avrebbe provveduto a posizionarle sul territorio in zone strategiche. Nelle ultime settimane, facendo seguito alle nostre istanze consiliari, prima il comitato Antitraffico di Villafranca e poi il Circolo di LegAmbiente “Il Riccio” di Dossobuono sono tornati a chiedere che le autorità cittadine forniscano dati certi e aggiornati circa gli inquinanti presenti nell’aria che respiriamo. Non sfugge infatti che dalla loro conoscenza derivino conseguenze dirette sulla salute dei cittadini, di cui è primo responsabile il sindaco, e sulla salubrità dell’ambiente. Per non parlare dei criteri con cui l’amministrazione in carica dovrebbe (meglio: avrebbe dovuto!) programmare la viabilità cittadina o gestire alcuni insediamenti immobiliari. Tuttavia, la risposta data dal Comune alle richieste da ultimo avanzate dal Comitato antitraffico contraddice palesemente le affermazioni del sindaco. L’ufficio ecologia dichiara infatti che “Dette centraline, la cui tecnologia è soggetta a rapida obsolescenza tanto da essere oggi fuori produzione, sono state dismesse e, ad oggi, lo scrivente Ufficio Ecologia non ha più ricevuto disposizioni sul loro esercizio. “ E’ evidente che qualcuno mente. Vogliamo la verità e conoscere quali politiche intenda assumere l’amministrazione comunale su un argomento che è bene comune ed interesse collettivo».
Ecco la risposta del sindaco Mario Faccioli: «Le nostre centraline non fanno parte della tecnologia voluta da Arpav. C’è la disponibilità di Arpav al monitoraggio per il 2016. I costi per le centraline sarebbero 50 mila euro per il montaggio e 8 mila euro per manutenzione ordinaria ogni anno. Se il consiglio vuole fare queste spese, io dico di no, sono soldi buttati via. L’unica utilità è politica».
Matteo Melotti: «Per le centraline sono stati spesi 10 mila euro, se non servivano, come ha detto, per monitorare l’aria è stato un investimento fatto senza significato. Va bene che Arpav faccia il monitoraggio ma ci sono anche quelle mobili oltre alle fisse. Altri Comuni lo fanno. E’ vero che siamo in Padania che l’aria è inquinata, ma un conto è che siano valori di 50 o di 120. Quando si fanno dei provvedimenti come quelli del bambino devo sapere qual è il livello di inquinamento».
Mario Faccioli: «Il Comitato antitraffico non esiste, non so chi sia. O fai sempre passaggi con l’ufficio ecologia, o col sindaco. Perché poi i tempi non combaciano. Nessun comune ha fatto iniziative singole se non su decisione di altri enti».