Quattro classi delle scuole medie del territorio saranno protagoniste del progetto “Sotto un cielo di stelle”, organizzato dal Comune in collaborazione con il Terzo Stormo dell’Aeronautica Militare, che rientra ancora nelle azioni per le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra. Sarà un modo per dare degli insegnamenti ma in modo divertente. Una sorta di applicazione del Manuale delle Giovani Marmotte. Il messaggio che i ragazzi dovranno recepire è che anche in situazioni di piccole difficoltà è fondamentale l’aiuto reciproco, vivendo tutto quello che può accadere durante le 24 ore in un campo allestito per il soccorso dopo una calamità. Il trade union sarà sempre il docente.
«Saranno due giorni di vita da campo militare presso la base di Caluri – sottolinea l’assessore Maria Cordioli -. Un campus dove i ragazzi potranno vivere questa esperienza particolare che sarà molto costruttiva anche per capire cosa vuol dire unione e spirito di corpo».
Il 5 e 6 maggio toccherà a 42 ragazzi (di 2 classe) della Don Allegri. «Abbiamo insistito molto sull’impegno civile delle forze armate – spiega il preside Paolo Chiavico -. Ognuno di noi dovrebbe dare qualcosa in servizio civile. Entrare nella consapevolezza di quanto fanno le forze armate potrebbe essere utile ai ragazzi a impegnarsi ancora di più».
Il 12 e 13 maggio sarà la volta di 29 alunni (2e e 3c) della Cavalchini Moro. «Iniziativa che rientra nel piano dell’opera formativa e al seguito ci saranno 5 accompagnatori» sottolinea il dirigente Fabrizio Gasparini. «I ragazzi sono entusiasti di partecipare – aggiunge l’insegnante Morena Bona -, E’ un’occasione unica, il pernottamento in tenda è un’esperienza nuova. Speriamo di riproporla negli anni venturi».
Il ten. col. Fulvio Franzinelli, in rappresentanza del comandante Cicerone, spiega le caratteristiche del progetto che, tra l’altro, si inserisce in una operazione che servirà per addestrare i militari nel caso dovessero recuperare dei ragazzi nelle scuole o nelle case dopo una calamità. Gli uomini del Terzo Stormo, infatti, sono sempre pronti a dare supporto alle popolazioni in Italia e all’estero. «Simulando l’arrivo di alcuni ragazzi recuperati, vivranno quello che viene vissuto realmente nel campo allestito per il primo soccorso: accoglienza formale dal comandante, l’assegnazione del posto, indagine su problemi di salute e intolleranza alimentare. Inoltre saranno coinvolti anche in alcuni momenti della vita della base militare, con delle micro attività che serviranno poi durante la vita quotidiana (come educazione stradale, soccorso cardiologico, come comportarsi o cosa non fare in caso di incendi o in presenza di botti inesplosi come può succedere a Capodanno».