Dopo la dura presa di posizione del sindaco Faccioli, sulla questione profughi interviene la Cooperativa Sos Casa, che all’interno della Comunità di Emmaus già sperimenta l’accoglienza di una famiglia di profughi africani arrivati coi barconi.
“Da sempre facciamo dell’accoglienza e della tutela degli ultimi la nostra missione e quindi leggiamo con preoccupazione le parole del sindaco e non possiamo restarne indifferenti.
Siamo d’accordo che non è accettabile il metodo del Prefetto nella assegnazione dei rifugiati, che non ha previsto il coinvolgimento del Comune.
Ben vengano anche le parole del Sindaco, mai sentite finora in modo così veemente negli anni del suo mandato, quando difende il “diritto alla casa”: sappiamo ora che avremo un alleato quando si tratterà di sollevare in alto la questione abitativa, anzitutto nei confronti della Regione e dell’Ater che ne è la longa manus nella nostra provincia. Chissà che non si riesca finalmente a dare una risposta alle decine di famiglie villafranchesi in lista d’attesa per un alloggio popolare!
Lascia tuttavia perplessi l’occasione in cui il primo cittadino si scaglia contro la politica pubblica deficitaria sul problema della casa. Pur apprezzando quanto esponenti dell’amministrazione e uffici comunali cercano di fare verso il disagio abitativo, pur coi vincoli di risorse in progressiva riduzione, sorge il sospetto che questa presa di posizione sia strumentale e vada nella direzione del rifiuto degli immigrati che fuggono da realtà di guerra e di fame. Anche queste persone disperate hanno un diritto: quello di essere salvate ed accolte. E non saranno certo 10 poveri cristi che mineranno la convivenza villafranchese! In altri Comuni i profughi si sono ben inseriti nel contesto locale, si sono resi utili, sono rispettati e rispettano i residenti. In altri, anche prossimi a Villafranca, purtroppo, si alzano le barricate e si fanno raccolte di firme contro l’accoglienza.
Né si può bollare come semplice speculazione l’attività di tante associazioni, anche veronesi, che affrontano con assoluta dedizione e spesso col solo volontariato questa emergenza umanitaria.
Se sono vere le “radici cristiane” a cui si fa spesso riferimento, pesano come un macigno su atteggiamenti più o meno xenofobi, che fanno leva sui nostri bassi istinti di società opulente, le parole pronunciate da Papa Francesco nell’Angelus “Il prossimo è anche il migrante che vogliono cacciare”.