I cittadini villafranchesi non potranno più ricorrere all’istituto del Referendum ma vedranno potenziata la possibilità di presentare istanze, petizioni e proposte.
La modifica allo statuto comunale, che sarà portata in consiglio giovedì, è stata presentata questa mattina in municipio. Come si presentava adesso, del resto, era in pratica inapplicabile visto che era stato istituito a seguito della legge 142 del 90 ma nel 2001 era stato adottato un regolamento con alcune norme in contrasto con lo statuto. «Quindi potevamo o ridisciplinare il referendum o cambiare strada – spiega il presidente Cristiano Tabarelli -. Visto che già di per sè era poco praticabile, perché escludeva molte materie, era previsto sostanzialmente il tipo abrogativo con effetti giuridici importanti che nel caso avrebbero messo in difficoltà l’Ente e con un costo stimabile attorno ai 100 mila euro che andava messo in bilancio, abbiamo pensato di lavorare sull’art. 19 ampliandone il contenuto. I cittadini possono portare avanti istanze, petizioni e proposte anche su materie che non erano comprese nel referendum. Fatto scelta di buon senso». Così le istanze e petizioni potranno andare direttamente in consiglio se attinenti a questioni di interesse pubblico
«Il Referendum non è praticabile perché esclude le materie che abbiano influenza sul bilancio (e quindi quasi tutte) ed è abrogativo entro 90 dalla pubblicazione della delibera che nel frattempo è già stata approvata ed eseguita con implicazioni anche con altri soggetti e su questi rapporti (contratti, convenzioni) non poteva incidere – spiega il dirigente Francesco Botta -. La legge statale sul Referendum, invece, si riferisce ad atti futuri. Qui in realtà le delibere dopo 90 giorni avevano già esaurito i loro effetti. Tecnicamente non si poteva fare». Nella realtà in Comune non sono mai arrivate richieste. L’abolizione è già stata valutata in commissione. Concetto politoci di partecipazione ma con così tante limitazioni che di fatto è inattuabile.
«Sembra un’impostazione condivisibile da parte di tutti – sottolinea il consigliere Adriano Cordioli intervenuto insieme al collega Angiolino Faccioli -. Le elezioni sono già un referendum per chi deve amministrare e fare le scelte. Più logico dare la possibilità di una partecipazione diretta dei cittadini con istanze presentate al consiglio comunale».