”Pediatria e Maternità del nuovo Ospedale di Villafranca rispondono a tutti i più moderni criteri realizzativi a garanzia dei pazienti. Bastava una telefonata a me o a uno dei tanti brevi tecnici della Regione”. Con queste parole, l’Assessore regionale alla sanità Luca Coletto respinge al mittente l’allarme sui reparti di Pediatria e Maternità dell’Ospedale di Villafranca contenuto in un atto consigliare formale del consigliere regionale regionale Andrea Bassi, sottoscritto anche dai colleghi Stefano Casali, Giovanna Negro e Maurizio Conte. Ecco le puntualizzazioni dell’assessore.
“Il progetto prevede al primo piano il Pronto Soccorso esclusivo dedicato a Materno Infantile, con due distinte e non continue attese esterne ai reparti, una dedicata all’ostetricia e l’altra alla pediatria – aggiunge Coletto – . Al Pronto Soccorso Materno Infantile si accede con ascensori veloci direttamente dal Pronto Soccorso principale, posto al piano inferiore, effettuando così il primo filtro sanitario rispetto alla molteplicità delle malattie presenti nel PS principale. Al piano del materno infantile non si può accedere se non dopo essere stati controllati all’ingresso con un apposito spazio triage governato da personale sanitario. All’interno della Pediatria ci sono delle stanze attrezzate specificamente per particolari malattie infettive dei bambini: che il Magalini è attrezzato con percorsi separati e con i cosiddetti percorsi ‘puliti’ e ‘sporchi’. Non esiste nessuna sala comune tra pazienti ammalati pediatrici o della ginecologia e ostetricia. Ogni reparto avrà sale separate per pranzare e la ‘cucina in comune’ sarà solo per il personale medico e infermieristico. Vi sarà uno spazio idoneo a parte dove verranno preparati i latti e i pasti per i bambini. La trasmissione di infezioni materno fetali, in particolare Toxo e Cmv, avviene per via alimentare: per la toxo, ingerendo verdure lavate con acqua infetta o mangiando carni crude o insaccati; mentre per la Cmv può avvenire toccando secrezioni infette, come le urine dei bimbi, e non lavandosi poi le mani, o attraverso rapporti sessuali o il sangue”.