La grande passione per lo sport e la scherma in particolare del presidente del Chievo Luca Campedelli porterà a Verona nel 2018 i Campionati mondiali di scherma Cadetti e Giovani che saranno organizzati dall’1 al 10 aprile. Stamattina la presentazione nel padiglione di Cattolica, vicino alla Fiera.
«Progetto importante, numericamente e di grande prestigio – sottolinea Giorgio Scarso presidente della Federazione -. 156 i paesi partecipanti. Creerà un importante indotto per la città ma sarà fondamentale per la promozione della scherma. Saranno validi per le qualificazione dei Cadetti alle olimpiadi della gioventù a Buenos Aires».
Guido Di Guida. presidente Comitato Regionale, ricorda come il Veneto sia la seconda regione come sviluppo del movimento sportivo e Verona è un’eccellenza come sport di base e di vertice. «E la scherma veneta è un punto di forza. Il Veneto sa candidarsi sempre di più ad abbinare binomio sport e turismo. Venezia e Verona sono le città più desiderate dagli atleti e qui ne sono attesi oltre tre mila».
Paolo Bedoni, presidente di Cattolica, mostra la soddisfazione di aver recuperato quest’area degradata: «Abbiamo accolto subito la proposta del presidente Campedelli che così ci permette di aprire quest’area al mondo. Siamo contenti di offrire questa opportunità al territorio. Uno spazio che si adatta bene ad accogliere grandi eventi. La sfida è che tutto il territorio si senta partecipe».
Alfredo Rota, oro a Sydney 2000, ricorda ancora le sue due esperienze ai mondiali giovanili: «La partecipazione è vista come il sogno di una vita ma diventa il biglietto da visita per la nazionale maggiore. Saranno i campioni olimpici del futuro».
Il sindaco Flavio Tosi esprime l’orgoglio della città: «E’ un onore poter ospitare questi mondiali e cercheremo di creare la giusta collocazione con altri eventi. Diventa un’occasione di vetrina per la città di Verona e il sistema Verona saprà fare squadra».
La chiusura del protagonista principale, Luca Campedelli: «Il problema era la struttura e questa della Cattolica va molto bene. Volevamo iniziare a restituire qualcosa a una città che ci ha dato tanto. Ora c’è solo da lavorare».