«La superficie ospedaliera messa in sicurezza antisismica in Veneto è attualmente pari a un milione 250 mila metri quadrati, pari al 40% del totale, attraverso interventi del valore di circa 400 milioni di euro. Il tutto in soli otto anni dall’emanazione delle norme tecniche nel 2008, con una burocrazia a dir poco invadente e con pochi finanziamenti nazionali. Il 40% è un risultato eccellente, altro che trascuratezza negli anni».
Così l’Assessore regionale alla sanità del Veneto, Luca Coletto, interviene sulla situazione degli interventi antisismici negli ospedali della Regione.
«In molti casi – precisa Coletto – gli interventi sono stati possibili perché abbiamo fatto recepire le opere di adeguamento strutturale nelle progettazioni già avviate, anche se questo non era obbligatorio, come nel caso degli Ospedali di Mestre e di Verona. Anche questo la dice lunga sull’attenzione che la Giunta regionale ha sempre posto a questo tema».
Anche il Magalini infatti avrà a lavori finiti l’adeguamento antisismico.
“Con la delibera del 23 dicembre – aggiunge Coletto – abbiamo fatto il punto sull’esistente e di fatto programmato gli interventi necessari per il futuro. Serviranno altre centinaia di milioni – dice– e sarebbe il caso, nell’interesse di tutti i veneti, che anche l’opposizione facesse squadra per spingere il Governo a intervenire. In caso contrario, come in molte altre situazioni, ci arrangeremo, ma nessuno si permetta di parlare di sottovalutazioni, sottofinanziamenti o presunti ritardi”.
«La restante superficie del 60% – tiene a precisare Coletto – è già stata verificata per la maggior parte e per circa un quinto di essa è stato predisposto un progetto di fattibilità per gli interventi di adeguamento. Si tenga anche conto – conclude l’Assessore – che un terzo di questa superficie è comunque stata realizzata dopo il 1984 e quindi con norme che, in zona sismica, prevedevano già la resistenza dell’edifico in caso di terremoto».
Intanto si segnala un caso di meningite nell’ambito territoriale dell’Azienda Ulss 9. Si tratta di una bambina nata nel maggio 2014, ricoverata nella notte tra il 17 e 18 gennaio al Mater Salutis di Legnago per febbre, convulsioni e sopore. La rachicentesi (puntura lombare) ha evidenziato un meningococco al test rapido per cui la paziente è stata trasferita stamane presso la terapia intensiva pediatrica dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. La bambina è stata regolarmente vaccinata, secondo il calendario vigente all’epoca, per meningococco di tipo ACWY. La piccola è stata sottoposta a terapia antibiotica, è in buone condizioni generali, vigile e normalmente reattiva. Resta ricoverata in terapia intensiva per il monitoraggio dei parametri vitali e il proseguimento delle cure. Sono state eseguite la denuncia di malattia infettiva presso le autorità competenti e la profilassi antibiotica dei contatti.