Rapaci detenuti impropriamente. Condanna per parco faunistico veronese
Nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, i giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la condanna nei confronti dei gestori del parco faunistico “Al Bosco” di Romagnano. I due sono stati riconosciuti colpevoli del reato di cui all’art. 727 del Codice Penale per detenzione di animali incompatibile con la loro natura, in particolare per i rapaci per i quali viene confermata la confisca, e condannati alla pena di euro 2000 di ammenda ciascuno, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni subiti dalle parti civili. Le indagini della LAV erano partite nella tarda primavera del 2010 e si erano protratte per tutta la stagione estiva [//]concludendosi con un esposto al Corpo Forestale dello Stato. Nell’aprile del 2011 i forestali, accompagnati da un veterinario esperto di esotici, constatarono durante il sopralluogo la presenza all’interno della struttura di lupi, istrici, linci e rapaci in condizioni che sembravano non rispettare le caratteristiche etologiche degli animali. A seguito del processo, cui furono rinviati i gestori della struttura, il Tribunale penale di Verona condannò i due per avere maltrattato senza necessità sette rapaci notturni e diurni, sottoponendoli a condizioni di detenzione totalmente insopportabili per le loro caratteristiche etologiche poiché era loro impedito il volo, erano detenuti uno in cantina, gli altri con una zampa legata ad una corda, o in gabbie di fortuna costretti a terra, non veniva rispettata la condizione del buio per i rapaci notturni e non avevano posatoi adeguati per gli artigli. Assolti invece per la detenzione degli altri animali. La LAV sottolinea l’importanza sia giuridica che culturale di questa sentenza della Cassazione. Da sempre infatti la tutela dei diritti animali, primo e principale obiettivo dell’Associazione, non si limita al contrasto del maltrattamento degli animali da affezione ma pone la stessa attenzione alla necessità che a tutti gli animali sia garantita una vita compatibile con le caratteristiche etologiche della specie di appartenenza. L’esposizione di animali negli zoo, nei parchi o comunque in situazione di cattività a fini pseudodidattici se non addirittura di mero divertimento è sempre da condannare. Simili strutture devono essere definitivamente chiuse perché antieducative e foriere di sofferenza per gli animali ivi detenuti. (Comunicato stampa a cura di Lav Verona)