«Sono convinto di poter chiarire tutte le accuse e di dimostrare che non c’è alcun illecito. Ho piena fiducia nella giustizia. Spero che cominci subito il processo».
Davide Tumicelli ha esternato la sua verità sulla vicenda delle presunte irregolarità nell’appalto alla Casa di Riposo che gli è costato sei mesi di arresti domiciliari.
«Ho chiesto consulenza esterna proprio per la complessità dell’appalto. Il bando è stato assegnato un anno prima. Se dovevo avere in contropartita un altro incarico la promessa o doveva già essere stata mantenuta o non c’era. Alla Casa di Riposo prendevo 360 euro netti al mese. Non pago neanche la benzina. Extra ho la mia partita iva che mi ha permesso di vivere. E del mio lavoro extra alla Casa di Riposo potrò parlarne con la mia fidanzata? Non c’entra niente la vita privata con quella pubblica della Casa di Riposo. Io la mia idea ce l’ho e la dirò in tribunale. Ribasso troppo piccolo della Vallone? Non è di mia competenza ma comunque c’è una permuta del 30%. Fate i conti per vedere se poteva fare il 40% di ribasso. E’ gara pubblica visto l’importo. Come facevo a sapere che entro la scadenza non arrivavano altre offerte? Mai ricevuto da nessuno alcun tipo di pressione. Non mi è mai stato chiesto di fare irregolarità per far vincere qualcuno. Rispetto l’accusa che ha la sua versione ma noi abbiamo la nostra. Consulenze legali? E’ incarico fiduciario. Dato decine di incarichi ad avvocati. C’è un confronto diretto tra l’ente e il legale sulla problematica. Il bando non era di mia competenza. Gestire il bando è una cosa, essere al corrente di come procede è un’altra».
Dopo sei mesi passati ai domiciliari ha tanta voglia di parlare: «Ho ingoiato di tutto e di più ingiustamente chiuso in casa. E ho scritto anche un libro ‘189 giorni stanco di stare in silenzio” che sarà pubblicato. Ci siamo chiesti tante volte perché è successo questo. Sono imputato ma non ho una risposta. Secondo me non è stato fatto nulla di illegale. Il direttore generale è sempre quello di prima. Gli amministrativi sono sempre quelli, gli addetti agli appalti pure. Non ho cambiato nessuno».
Sulla sua nomina da parte del sindaco Mario Faccioli, come contropartita per l’appoggio dato al ballottaggio, non ha dubbi. «Le nomine sono tutte politiche. Dite che vista l’età non ero preparato? Conta quello che si fa. E quello che abbiamo fatto col consiglio e con e altre case di riposo è qualcosa di importante. Ritengo che l’ente abbia fatto dei passi in avanti in questi due anni grazie alle professionalità che c’erano all’interno del consiglio di amministrazione. Abbiamo amministrato più che bene e non abbiamo commesso alcun illecito. Spero solo di uscire pulito da questa situazione. Il futuro? Non so, ma il progetto più importante riguarderà mettere su famiglia».
Molti compagni di politica hanno preso le distanze. «Qualcuno mi ha abbandonato? Il sindaco Faccioli non mi ha chiamato? Non mi interessa, contano tutti gli amici che mi sono stati vicini al di là della politica. Dopo sei mesi sono sereno, se fosse accaduto dopo tre giorni avrei sparato a zero. Dopo quello che ho passato, se dovesse accadere anche al mio avversario politico più accesso un messaggio o una telefonata la farei».
Alla conferenza stampa era presente anche l’avvocato Grani che non è stato certo ‘leggero’: «Non è stata acquisita la documentazione e il mio parere sull’appalto chiesto prima dell’assegnazione. L’intercettazione si colloca temporalmente quando la gara era integralmente definita e assegnata e lavori iniziati. La Procura dovrebbe acquisire gli atti anche a difesa dell’indagato ma non è successo. Molto probabilmente ha pestato qualche piede che non doveva».