Si sono conclusi i rilievi da parte degli archeologi in piazza Giovanni XXIII relativi alle fondamenta dell’antica pieve che successivamente fu trasformata in teatro abbattuta nel 1966. Per i più giovani quel muro a ciottoli emerso nelle ultime settimane dalla piazza Giovanni XXIII di Villafranca non dice nulla. Sono passati troppi anni. Era l’agosto 1966 quando con la demolizione di quello che all’epoca era il teatro comunale le ruspe cancellarono una delle pagine più antiche della storia di Villafranca: l’antica pieve e l’annesso borgo canonicale lasciarono il posto alla piazza che Villafranca, in 800 anni, dalla sua fondazione nel 1185, non ha mai avuto, surrogata in qualche modo dalle ampie vie a impianto ortogonale. Proprio la pieve, ruotata di 45 gradi rispetto alla planimetria della cittadina per porre l’ingresso a Ovest e l’altare maggiore a Est, era nata con Villafranca e “pensionata” solo con la realizzazione del Duomo, consacrato nel 1882. All’epoca era rimasto l’impianto della navata, perché presbiterio ed abside erano stati abbattuti per far posto al Duomo: spazio che nel 1889 si decise di “ridurre” a teatro. Ora i lavori di ristrutturazione della piazza permettono di recuperare tracce di storia. Gli archeologi hanno portato alla luce l’impianto delle strutture della pieve-teatro. Nel progetto dell’Amministrazione è previsto che la nuova pavimentazione ridisegni con materiale di diverso colore proprio l’impianto della pieve, a futura memoria: progetto lodevole. Ma a questo punto, visto la qualità delle strutture che stanno riaffiorando, forse non sarebbe ancora più lodevole fare in modo che questi “segni” del passato restino a vista?