Ancora un interessante appuntamento al Museo di Castelvecchio di Verona, con la mostra “Il segno dell’Ottocento. Disegno italiano a Verona”, visitabile fino al 25 febbraio in Sala Boggian. Promossa dal Comune di Verona-Direzione Musei d’Arte Monumenti e Biblioteca Civica, è curata da Elena Casotto e Sara Rodella, e ha il patrocinio della Regione Veneto. Manifestazione un po’ di nicchia, ma da non sottovalutare. Per il tema su cui focalizza l’attenzione, ancora molto da approfondire; per le [//]piacevoli e pregevoli opere esposte, in gran parte inedite, appartenenti a collezioni normalmente non fruibili dal pubblico e messe a disposizione dalla Biblioteca Civica di Verona, dal Gabinetto Disegni e Stampe dei Civici Musei d’Arte di Verona (il Gabinetto raccoglie e conserva opere grafiche italiane dal XVI secolo a oggi, superando il limite cronologico del Settecento, proprio dell’esposizione permanente del Museo, nonché quello geografico locale, da cui il sottotitolo della mostra) e dal Banco BPM, main sponsor dell’iniziativa; e come testimonianza della varietà della grafica italiana, che tocca tutti i generi, gli stili e le tematiche dell’epoca. Si tratta di una settantina di fogli — tra schizzi, bozzetti e disegni – di cinquantasei autori italiani, noti e meno conosciuti dal pubblico dei non addetti ai lavori, eseguiti a matita, penna, pastelli. Le funzioni variano dallo schizzo per fissare un’idea, allo studio di un particolare; fino a divenire opere d’arte in sé autonomamente compiute. I soggetti riprendono quelli della pittura contemporanea: paesaggi, scene di storia e di genere, ritratti, autoritratti. Alla comprensione di tutto ciò aiuta, oltre alle preziose didascalie, l’intelligente e chiaro allestimento realizzato da Alba Di Lieto con Ketty Bertolaso, che mette a confronto le testimonianze grafiche con nove dipinti e una scultura coevi, scelti a dialogo e commento di esse. Il visitatore riesce così a coglierne i cambiamenti ispirativi ed esecutivi, che seguono, con andamento parallelo o contiguo, quelli della pittura e della scultura, fino alla loro emancipazione da esse, specie a partire dalla seconda metà del secolo. La mostra è suddivisa in tre sezioni tematiche. Si inizia con i paesaggi e gli studi sulla natura. Seguono gli studi preparatori all’opera da eseguire o a un suo dettaglio. Si chiude con il ritratto e autoritratto e la ricerca sulla figura umana. A ideale omaggio alla città ospitante, introducono l’esposizione alcuni disegni (anonimi) di significativi monumenti e vedute di Verona. Nella sezione “naturalistica”, si notano, tra l’altro, pregevoli teste di animali, come quella “di mucca”, di Alfredo De Simoni, e “di cavallo”, di Henry Coleman, di gusto già decisamente verista. Di particolare interesse il segmento dei ritratti (“di Massalongo”, di Angelo Dall’Oca Bianca) e autoritratti (di Ambrogio Riva) e degli studi di figura (“Giovane seduto”, comunicante ammiccanti inquietudini adolescenziali, di Fausto Zonaro; una assorta e concentrata “Donna che lavora a maglia”, di Vincenzo Dattoli; “Donne a passeggio”, nel piacere della bella giornata, di Giuseppe De Nittis; il molle abbandono della moglie delicatamente ritratta nel sonno da Federico Faruffini). Non mancano le curiosità, come alcune vedute e scene di genere destinate soprattutto ai viaggiatori del grand tour che completava, dopo gli studi, l’educazione dei giovani aristocratici europei. Una di queste, dedicata a Napoli, è articolata in vari fogli, ottenendo gli effetti del grandangolo fotografico. Segantini, invece, testimonia l’emancipazione della grafica in senso autonomo, rielaborando e sviluppando nel disegno suoi lavori pittorici precedenti. Un ottimo esempio, questa mostra gioiello, di sinergia tra varie istituzioni; a tutto vantaggio del fruitore, come hanno sottolineato i direttori della mostra stessa Margherita Bolla e Agostino Contò il giorno dell’inaugurazione. (Franca Barbuggiani)
st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}
“Il segno dell’Ottocento. Disegno italiano a Verona”
Museo di Castelvecchio, Sala Boggian
Corso Castelvecchio, 2 – Verona
Orari: martedì-domenica 8.30-19.30; lunedì 13.30-19.30
Biglietti: da 7,50 a 1.00 €
Info: tel. 045 8062611; fax 045 8062652;
e-mail castelvecchio@comune.verona.it;
www.verona.it