A pochi giorni di distanza dall’approvazione della nuova legge sulle cave, rinnovata a trentasei anni dalla precedente, oggi è stato approvato in Regione anche il Piano collegato alle attività estrattive.
«Quello che a me più premeva – ha esordito l’assessore alla Difesa del Suolo Gianpaolo Bottacin – era la tutela del territorio. Posso ora certamente dire con soddisfazione che in questo senso abbiamo pienamente centrato l’obiettivo, a iniziare dalla riduzione del consumo del suolo. La gran parte del fabbisogno dei prossimi dieci anni, quantificato in 80 milioni di metri cubi, sarà il frutto di demolizioni, opere pubbliche e estrazioni già autorizzate, mentre solo una minima parte, consistente in un quantitativo massimo di 12,5 milioni di metri cubi sarà frutto di nuove estrazioni».
L’aspetto più importante è quello del No a nuove cave. «Con questo piano abbiamo certificato che ci saranno autorizzazioni solo per ampliamenti di cave esistenti e nemmeno per quelle esistenti, salvo le eccezioni di Verona e Vicenza, relativamente a sabbia e ghiaia. Abbiamo inoltre volutamente specificare che non si si potrà scavare sottofalda e nemmeno si potranno destinare siti di cava a discariche. Ogni autorizzazione inoltre potrà essere prorogata solo una volta. A ulteriore tutela del territorio – ha concluso l’assessore – abbiamo stabilito che le cave esaurite potranno essere utilizzate come bacini di laminazione per incrementare la sicurezza idraulica o come bacini di accumulo per l’irrigazione e abbiamo altresì introdotto il concetto del ristoro per il comune in cui insiste la cava e anche per i comuni limitrofi»..