Il presidente Campedelli punta su Lorenzo D’Anna per risvegliare lo spirito Chievo e raggiungere la salvezza. Come fece a suo tempi Maurizio D’Angelo a tre turni dalla fine. La presentazione oggi a Veronello.
Il presidente Luca Campedelli ha prima di tutto un pensiero per Maran. «Senza di lui la società non sarebbe arrivato a questo e lo ringrazio personalmente e gli auguro la più grande fortuna. I momenti di riflessione ci sono sempre stati. Poi si decide. Tutte le scelte sono difficile e dolorose, questa ancora di più. Ci siamo tutti un po’ imborghesiti, a cominciare da me. E’ mancato di voler portare a casa il risultato in tutti i modi. E la ripartenza non può prescindere da Lorenzo. Conoscendo la persona la scelta viene in automatico. Scelto D’anna perché lo ritengo l’unico allenatore che possa incidere su questa squadra e su questa città. Tutto avrei pensato salvo che potesse diventare un bravo allenatore. Invece è giusto dargli questa possibilità».
Lorenzo D.Anna vuole essere ricordato come uomo da Chievo: «Ho dato tanto e ricevuto tantissimo. Non potevo tirarmi indietro. Non ho mai avuto un numero particolare, mi sono sempre interessati solo i colori. Sono qui per il bene del Chievo. Avrei voluto che Maran finisse il suo lavoro bene come ha sempre fatto. Responsabilità in più doverlo sostituire. Farò qualcosa in più anche per lui. I risultati sono sempre i nostri giudici. Col presidente ci conosciamo da 25 anni e ci saremo detti 100 parole. Chiamata breve e intensa, come sempre. Sappiamo cosa ci aspetta e cosa dobbiamo fare. Rialzare la testa e affrontare una gara alla volta. Quella col Crotone determinerà tutto il resto. Vivo il momento con entusiasmo, la giusta determinazione».
D’Anna non ha tanto tempo per cambiare. “E’ la testa che manda avanti tutti. E’ qui che bisogna intervenire. Sono le motivazioni che fanno la differenza. Bisogna ritrovare fiducia e determinazione, consapevolezza e autostima. Squadra aggressiva, che sappia soffrire e anche prendere in mano il gioco, con idee chiare. Non c’è tempo di aspettare cosa succede. Ho visto le facce giuste, la qualità c’è. I dati dicono che la condizione è buona e quello che ho visto in campo mi conforta. Penso he possiamo fare tre gare ad alta intensità».
Dice che l’esperienza in Primavera gli è servita moltissimo, lo ha fatto crescere. Come osservatore mandato da Sartori è andato in varie parti del mondo vedendo modi diversi di pensare il calcio. «Sono stato colpito da tanti settori giovanili di eccellenza. Ho avuto tanti allenatori fondamentali, dal primo Malesani a Del Neri. Ognuno ha lasciato qualcosa. La squadra mi ha trasmesso sensazioni positive. Il Chievo è il Chievo, che faccia l’allenatore in A o il magazziniere poco cambia. Guardò tutti e poi scelgo. Io e Mandelli siamo al loro fianco a combattere insieme. Mi aspetto qualcosa in più anche dai tifosi e per questo allenamenti a porte aperte. Ci devono sostenere per farcela tutti insieme».