Gian Piero Ventura e il Chievo insieme per tornare a prendersi delle soddisfazioni. La presentazione a Veronello.
«Grazie al mister, è un onore che abbia accettato e che sia qui ad allenare – ha sottolineato il presidente Luca Campedelli -. Spero che diventi l’inizio di una lunga collaborazione che vada oltre la durata del contratto. Mi auguro che apra un ciclo importantissimo per la società. L’unico dubbio è che, viste le capacità, ce lo porteranno via prima».
Gian Piero Ventura si è mostrato ancora una volta un grande comunicatore e non si è sottratto alle domande: «E’ una sfida vista la classifica. Volevo tornare a fare calcio che è molto diverso dall’allenare una squadra. C’erano altre situazioni di società importanti ma Chievo, al di là della classifica, è sempre stato un’oasi dove si può far calcio. E poi sono eccitato da una sfida che non è facile ma ho la convinzione che attraverso qualche conoscenza in più, la disponibilità dei calciatori e la voglia di tutto l’ambiente, perché la serie A è un bene prezioso per tutti, ci siano i presupposti per tentare di farlo. La mia storia è storia di risultati sportivi ma soprattutto economici. Crescita di qualche ragazzetto e la disponibilità di qualche altro. Non hanno provato a convincermi visto che anche dal punto di visa economico sono venuto per amicizia, perché mi interessa far calcio. Gruppo che forse ha bisogno di rimettersi in gioco. Entusiasmo il primo giorno, molto di più il secondo. Squadra deve ritrovare serenità e le componenti che servono per diventare costruttiva, qualche conoscenza in più, condizione migliore, recupero di infortunati. Se ci salviamo è vera libidine. Campionato italiano cambiato, molto più attenti, conoscenze aumentate, aspetto tattico incide a parte alcune squadre che hanno una qualità altissima. Resettato tutto. La mia ultima esperienza ha lasciato rammarico per quanto si poteva fare e non è stato possibile. 8 vittorie e 2 pareggi con Germania e Spagna, alla prima sconfitta con la Spagna è finita la mia avventura. Auguro a Mancini tutto il bene possibile. Non ho da dimostrare niente. Ho solo voglia di campo, di mettermi in discussione con i giocatori. Terribile l’esperienza di agosto al mare che non avevo mai fatto. Calcio di Dl Neri più avanti dalla normalità. Unico allenatore che mi ha dato delle idee». Campedelli lo ha interrotto quando ha detto «Ho sempre fatto plusvalenze ovunque sono stato» affermando: «Occhio che la deferiscono anche lei».
Ma la Nazionale non le ha lasciato scorie? «Un anno fa dette cose non vere che mi hanno ferito. Ma nessuna rivalsa o rivincita. Solo sofferenza dentro. Del resto abbiamo visto cosa è successo ai mondiali: via l’allenatore della Spagna che diventa subito allo sbando, modello Germania non conta più nulla, Argentina esce perché allenatore delegittimato».
Ma cosa si prova a vedere che il calcio in un attimo trita tutto: un palo e un’autorete fanno di un mister un incapace, il Chievo società modello viene distrutto da un’estate di fango. «Il calcio è cambiato dentro e fuori dal campo. Entri in un sistema particolare ma, magari ne parliamo a cena….». E un sorriso sornione.