Finanziamenti a costo zero fino a 50 mila euro per le Pmi agricole del Veneto. E modifica del Programma di Sviluppo Rurale per attivare la nuova misura con 23 milioni di euro per dare liquidità alle imprese agricole. Li rende disponibili la Giunta regionale del Veneto, che – su indicazione dell’assessore al primario Giuseppe Pan – ha proposto la modifica del Psr, utilizzando il margine del 2 per cento del Programma concesso da Parlamento e Consiglio Ue, e ha introdotto una nuova operatività del Fondo di rotazione per il settore primario presso Veneto Sviluppo per aiutare le imprese agricole più colpite dall’emergenza Covid 19.
La modifica del Psr rende disponibili per i bandi 23 milioni di euro; la nuova operatività del Fondo di rotazione è sostenuta con 3 milioni di euro del bilancio regionale. Entrambi i provvedimenti passano ora all’esame della terza commissione consiliare: il primo avrà bisogno anche dell’ok dell’aula di palazzo ferro-Fini, perché modifica in modo strategico il Programma di sviluppo rurale.
L’intervento straordinario sul Fondo di rotazione per il primario prevede finanziamenti da 5 a 50 mila euro a costo zero, di durata da 1 a 5 anni, alle imprese agricole con sede in Veneto che autocertifichino una crisi di liquidità a seguito dell’emergenza Covid. L’intervento sarà possibile fino al 31 dicembre (salvo ulteriori proroghe) e potrà assicurare vera liquidità a costo zero alle imprese: il contributo a fondo perduto della Regione, sino ad un massimo di 2 mila euro, andrà a coprire tutte le spese di istruttoria, di gestione e di garanzia, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.
La modifica del Psr inserisce una nuova sovvenzione diretta fino a 7.000 euro per azienda agricola per reagire agli effetti dell’epidemia. “Il pacchetto di modifiche – elenca Pan – è più ampio: consente alle imprese agroalimentari di poter beneficiare del Fondo di garanzia (FEIO) sostenuto dal PSR anche per avere maggior liquidità, e non solo quindi per investimenti, ammette la cimice asiatica tra le calamità naturali di tipo biotico sulle quali intervenire, fornisce maggior sostegno a chi mantiene metodi di produzione biologica e assicura più risorse alla formazione e allo sviluppo locale”.