La battaglia dura da oggi sino a fine mese, quando una nuova assemblea di Cattolica Assicurazioni metterà nero su bianco le condizioni per il definitivo ingresso di Assicurazioni Generali, col 25% del capitale in virtù della quota riservato del mega-aumento di capitale della compagnia scaligera.

Proprio mentre si dava vita a Verona ad un nuovo super-comitato del no a Generali – “CasaCattolica” con piccoli azionisti, Lega e Lista Zaia, il mondo delle piccole industrie ecc – sono state rese note le clausole richieste dal Leone: un superconsigliere di amministrazione con poteri di veto su indebitamento e altri nodi fondamentali; limite statutario al possesso azionario al 25% nella fase della transizione fra cooperativa e Spa che sarà operativa dall’aprile 2021; poteri rafforzati per chi detiene più del 20%; sorveglianza speciale sulle remunerazioni. «Il gigante delle polizze guidato da Phlippe Donnet – riporta il Corriere della Sera-Economia – si è impegnato tra l’altro a rilevare l’eventuale parte non sottoscritta dell’aumento da 200 milioni in opzione ai soci, a condizione di rimanere sotto la soglia dell’Opa». Dei 500 milioni di capitale fresco imposti dall’Ivass infatti al momento le Generali ne rileveranno 300; la parte restante andrà agli attuali soci e se questi non aderiranno, di conseguenza, il Leone potrà incrementare la propria quota.

Se l’assemblea approverà il progetto il 31 luglio entreranno i tre rappresentanti della compagnia giuliana nel Cda scaligero compreso il consigliere che farà l’AD ombra: il cda potrà deliberare solo con il suo okay su materie come nuovi debiti a partire da 1 milione di € (Cattolica ha un patrimonio che supera i 2 miliardi, un milione appare un limite francamente risibile) nonché «trasferimenti rilevanti di immobilizzazioni … o partecipazioni…» sempre al di sopra di 1 milione. Il Cda scaligero dovrà ascoltare il super-consigliere giuliano anche per le eventuali operazioni con parti correlate e proposte all’assemblea di modificare i quorum speciali previsti nella transizione. Vogliamo dire che il nuovo azionista sarà tutto tranne che silente?

Non bastasse l’AD ombra, la “resistenza” scaligera mette l’accento sull’approccio nel passato di Generali nel caso di altre grandi operazioni societarie – Toro Assicurazioni e Ina-Assitalia -: una volta entrate nell’orbita triestina sono scomparse dal mercato con un impatto certo non morbido per dipendenti delle compagnie acquisite e la rete agenti: i più performanti, quelli delle grandi piazze, saranno senz’altro restati, ma quelli che operano magari su piazze più piccole o disagiate e dai portafogli limitati che fine hanno fatto?

Mancano 26 giorni all’assemblea di Cattolica. Il nuovo Vietnam della finanza veronese è iniziato.