(di Gianni De Paoli) Non è improntata a quel cambiamento che invece sarebbe necessario la nomina dei nuovi membri del cda di Aerogest, la società che raccoglie i soci pubblici dell’aeroporto Catullo. La Lega ha fatto nominare quale rappresentante del Comune di Verona, socio a poco meno del 10%, l’on. Federico Bricolo, già membro del famoso “cerchio magico” di Bossi e poi caduto in disgrazia con l’avvento di Salvini. Per conto della Provincia di Verona, socio al 26% di Aerogest, è stato nominato Albino Pezzini, ex Forza Italia, imprenditore agricolo. Il suo nome è stato fatto dal consigliere regionale Massimo Giorgetti, di Fratelli d’Italia.

Se per Bricolo si può ipotizzare la nomina nel cda dell’aerporto come una sorta di premio di consolazione o un riconoscimento per il suo importante passato leghista ( è stato capogruppo in Senato), non è chiaro perché Giorgetti, rappresentante di Fratelli d’Italia, abbia indicato una persona che non è del suo partito e che non pare abbia particolari competenze in materia di infrastrutture.

Invece per quanto riguarda la Camera di Commercio la scelta, guarda caso, è caduta ancora una volta su Paolo Arena: un’attestazione di fiducia incomprensibile alla luce dei risultati di una gestione asservita alla concorrenza veneziana e che penalizza gli interessi dell’economia veronese, cui la Camera di Commercio dovrebbe essere particolarmente attenta.

Staremo a vedere che cosa accadrà alla prossima assemblea della Catullo Spa di cui Arena è presidente in piena sintonia con l’altro presidente di Aerogest, Giuseppe Riello. Una sintonia degna di miglior causa, visto che in realtà chi comanda davvero è la veneziana Save, e che allo stato non pare essere messa in pericolo dai due neo-nominati.