Nuova tegola legale sulla multi-utility di Lungadige Galtarossa che torna nel mirino delle opposizioni. Oggi Michele Bertucco ha annunciato un nuovo esposto in Procura. Spiega infatti: «Agsm mi ha negato la possibilità di visionare e avere copia, nei termini previsti dal Regolamento del Comune di Verona, della documentazione relativa agli incarichi di advisory conferiti in relazione al Piano di aggregazione con Aim e A2A. Ritengo si tratti di un fatto grave che sottoporrò alla Procura della Repubblica di Verona con un esposto ipotizzando l’omissione di atti di ufficio. La mia domanda di accesso agli atti risale al 12 Maggio 2020. La Segreteria del Consiglio comunale mi informa che dopo una primo sollecito, da parte della Segreteria stessa, datato 19 maggio, Agsm aveva assicurato che avrebbe rilasciato le carte entro il 20 giugno 2020. Ad oggi però, 13 Luglio 2020, ciò non è ancora accaduto, anzi, Agsm risulta aver ignorato anche un secondo sollecito della Segreteria del Consiglio comunale, datato 25 giugno 2020. Con comunicazione odierna il Dirigente e il Presidente del Consiglio comunale mi hanno dunque rappresentato l’impossibilità di ricevere risposta alla mia richiesta dichiarando Agsm inadempiente.

Ritengo che questo comportamento di Agsm, e non è la prima volta, violi i diritti dei consiglieri comunali come indicato all’articolo 43 comma 2 del Testo Unico degli Enti Locali: “I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente, del comune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato”. E’ infatti assurdo e inconcepibile che non si riesca ad ottenere informazioni su una azienda partecipata e posseduta al 100% dal Comune di Verona. Vale sottolineare che oggetto della richiesta non era documentazione sensibile riguardante la strategia industriale dell’azienda ma incarichi, dunque contratti, siglati con società di consulenza. Va verificata la veridicità delle voci secondo le quali le consulenze pagate per predisporre l’aggregazione (ormai sfumata) tra Agsm e Aim e A2A, sarebbero costate la bellezza di 700 mila euro. In secondo luogo ritengo doveroso poter sapere quale siano stati i termini del mandato conferito alle società di consulenza incaricate dai vertici di Agsm. Ritengo tale informazione essenziale per esercitare il diritto di controllo e verifica che esercito come minoranza».