(m.d.) Il 31 Luglio 2020, alle ore 21.30 la Messa di Requiem, pietra miliare di Mozart, verrà eseguita per la prima volta in Arena. Marco Armiliato dirige Orchestra e Coro areniani e quattro solisti d’eccezione: la soprano Vittoria Yeo, la mezzosoprano Sonia Ganassi, il tenore Samir Pigru e il basso Alex Esposito. Oggi la presentazione: Federico Sboarina, il Vescovo Giuseppe Zenti, la Sovrintendente Cecilia Gasdia, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto e il presidente di Confindustria Michele Bauli hanno deciso di riunirsi presso la Chiesa di San Tomaso Cantuariense, in cui il 7 Gennaio di 250 anni fa ebbe luogo la storica esecuzione dello stesso Wolfgang Amadeus Mozart. Il concerto di fine luglio è dedicato alle vittime veronesi della pandemia e aperto a tutti i loro familiari.
Federico Sboarina: “Dopo l’omaggio agli operatori sanitari nella serata di apertura di questa straordinaria stagione del festival lirico, il nostro pensiero va ora alle numerose vittime della pandemia. A tutti i cittadini veronesi che hanno pagato il prezzo più alte dell’emergenza sanitaria e alle loro famiglie, che hanno doppiamente sofferto la perdita dei loro cari a causa delle limitazioni imposte per contrastare il contagio. Insieme a Fondazione Arena abbiamo pensato ad una serata speciale, un’occasione per ricordare i nostri cari attraverso il linguaggio universale della musica, un momento di vicinanza e riflessione. Ringrazio i 98 sindaci della provincia e Confindustria Verona per aver aderito a questo progetto di grande valore sociale e averne permesso la realizzazione.”
Michele Bauli, Presidente di Confindustria Verona (su Facebook il suo intervento globale) : “Abbiamo accolto da subito la proposta di Fondazione Arena di collaborare alla realizzazione di questa serata. L’Arena per Verona non è solo un simbolo, ma un’esperienza. Un’esperienza che fa parte della vita di tutti noi. Da sempre ci tiene connessi con la storia e la bellezza del nostro territorio, lega tradizione e il futuro. Dedicare musica di eccellenza al ricordo di tante persone ci è sembrato il modo migliore dii richiamare alla memoria la parte più drammatica dell’esperienza che abbiamo appena vissuto.”