«E’ di fondamentale importanza la valorizzazione e la riqualificazione dell’aeroporto Catullo di Verona, centro nevralgico turistico e commerciale del Veneto. Oggi, il SI unanime, dell’aula durante la seduta Consiglio regionale per chiedere alla Giunta ad assumere, per quanto di competenza, l’impegno al rilancio della struttura». Stefano Casali (Fratelli d’Italia/MCR) commenta: “Nell’ultimo decennio l’aeroscalo veronese è stato sicuramente non valorizzato a sufficienza. Oggi, sembra più un deposito passeggeri più che un aeroporto internazionale. Ringrazio tutto il Consiglio regionale per l’appoggio a questa istanza. Auspico che il voto espresso in aula si concretizzi in azioni concrete per rilanciare il territorio veronese e tutte le città vicine che possono beneficiare di tale servizio. Ci attendono mesi molto difficili a causa della pandemia da Covid-19, e rilanciare il Catullo è una delle priorità e delle azioni concrete per aiutare le aziende venete».
Anche dalle opposizione arrivano pareri favorevoli all’odg: «Valorizzare Verona è importante per tutto il Veneto, per cui credo che il potenziamento dell’aeroporto Catullo, collegandolo con la stazione ferroviaria, sia indispensabile. Mi auguro che l’approvazione dell’ordine del giorno possa essere uno stimolo a procedere in questa direzione». A dirlo è la Consigliera del Partito Democratico Anna Maria Bigon: «L’aeroporto è solo una delle tante questioni aperte – prosegue la Consigliera – Verona negli ultimi anni è stata considerata poco e male della Regione. Anche in queste settimane si promuove il turismo veneto legandolo esclusivamente al mare, ma Verona ha il Lago di Garda o la Lessinia, luoghi da valorizzare più di quanto fatto finora, così come quando si promuove il vino si parla di Prosecco e mai di Valpolicella. Per fare un altro esempio del disinteresse veneziano, siamo la provincia veneta più importante come economia agricola, abbiamo la produzione lorda vendibile più alta d’Italia e dove sono rappresentati quasi tutti i comparti, dalla viticoltura alla zootecnia, dall’ortofrutticoltura ai seminativi agli allevamenti avicoli, eppure l’istituto sperimentale di San Floriano, centro propulsivo della nostra produzione, è stato chiuso».