Il Lido di Verona, in Via Galliano, viene inaugurato nel 1932 come la
“piscina più grande d’Europa». L’impianto è, per l’epoca, alta
ingegneria: una vasca di cemento profonda fino a 5 metri, lunga 220
metri e larga 50, che veniva riempita con l’acqua proveniente dai canali
sotterranei del Camuzzoni, alimentato dall’Adige. Al suo interno la zona
per i tuffi, quella olimpionica per gli atleti e quella navigabile,
c’era infatti la possibilità di noleggiare una piccola barchetta a remi.
Con il passare degli anni le vasche diventarono 4. Gli ultimi lavori di
riqualificazione delle piscine Lido risalgono al 1996 e 1997, più di 20
anni fa.
Nel 2018 l’amministratore dello Sporting Club Enrico Cremonesi – che dal
2015 si occupa della gestione dell’impianto – decide di non aprire a causa
della brutta condizione di manutenzione di vasche, aree verdi e
parcheggio. Il Comune, si difende dichiarando che il canone pattuito non
è mai stato versato dal 2015. Ma promette: “Verona avrà il suo parco acquatico. Il progetto preliminare per il rifacimento completo del centro natatorio Lido prevede non una semplice “ristrutturazione” dell’impianto di viale Galliano, ma una riqualificazione complessiva dell’area, con 6 mila
metri quadri di verde e due nuove piscine attrezzate per lo sport e il
divertimento.”
Dopo qualche mese l’assessore all’Edilizia sportiva Filippo Rando
dichiara: “(…) gli ex gestori, ci hanno riconsegnato le chiavi e queste
sono le pessime condizioni in cui sono state lasciate le piscine Lido.”.
Cremonesi voleva trasformare il Lido in un parco acquatico con vasche
idromassaggio, giochi per bambini e ristorante. Progetto che fallì per
la Sovrintendenza e il sindaco Federico Sboarina. Così, tra permessi e nodi burocratici, da tre anni l’impianto, abbandonato, è riuscito a raggiungere altissimi livelli si degrado. Viene infatti restituito un luogo abbandonato e pieno di rifiuti.
Spettrale.
Nelle piscine distrutte si possono vedere stagni di acqua piovana. I
prati che circondavano le vasche sono allo stato brado e pieni di
sterpaglie e immondizia, l’edificio che ospitava il bar, gli spogliatoi
e i bagni, completamente vandalizzato con scarabocchi su ogni
superficie, finestre e mobili spaccati.
Nel 2019, un’associazione temporanea di impresa, di cui fanno parte
Contec ingegneria e Contec Aqs, (con Pronext, J+S, Idea, Dal Forno
Geologo) aveva vinto la gara per prendersi cura l’area: “Il progetto per
il nuovo centro natatorio prevede due nuove piscine, una con scivoli per
i bambini, per una profondità massima di 1 metro e 10, l’altra dedicata
al nuoto e al relax, con idromassaggio. Le due vasche, di circa mille
metri quadri l’una, saranno circondate da un parco di 6 mila metri
quadri, il prato coprirà tutte le aree che ad oggi sono cementate e gli
alberi garantiranno il riparo durante il caldo estivo. Anche il campetto
da calcio sarà rifatto e una tettoia lo riparerà dal sole. Inoltre,
saranno completamente riqualificati gli spogliatoi, il bar e l’area
parcheggio.
Nuovi anche tutti gli impianti idraulici, che saranno separati da quelli
dell’attuale centro federale, garantendo al parco acquatico piena
autonomia. Saranno eliminate le barriere architettoniche e ritornerà in
funzione l’ascensore per l’ingresso disabili e l’accesso diretto agli
spogliatoi.”
La realizzazione di questo progetto sarebbe dovuto essere raggiunto nel
bel mezzo di quest’estate 2020. Oggi, escludendo la vasca olimpionica,
adibita agli allenamenti agonistici degli atleti, l’impianto si presenta
ancora in grave stato. Domani, giovedì 16 Luglio, l’assessore Filippo Rando, terrà una conferenza stampa nella Sala Blu di Palazzo Barbieri, per affrontare l’argomento e presentare una soluzione all’abbandono dello storico impianto Lido di Verona.