Il Catullo non funziona; Alitalia, nemmeno. Perché non mettere insieme due – al momento – incompiute e fare di Verona una base della comune riparten za? «Dopo la riapertura dell’Aeroporto Catullo, Alitalia ancora non ha ripreso le attività operative. Sfuggono le ragioni e le ho chieste ai ministri De Micheli (Trasporti) e Patuanelli (Sviluppo Economico)» sottolinea Vincenzo D’Arienzo, capogruppo PD Commissione Trasporti del Senato. «A marzo scorso lo scalo veronese venne chiuso per contrastare il diffondersi del COVID-19, ma il 14 giugno scorso, considerate le numerose “richieste dei gestori aeroportuali”, la “collocazione geografica degli aeroporti in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio” e la loro “capacità infrastrutturale”, è stata autorizzata l’operatività dei servizi. Eppure, sebbene le condizioni siano diverse – prosegue D’Arienzo – ad oggi l’Alitalia non ha ancora ripreso le attività operative precedentemente effettuate sulla linea Verona/Roma. Prima del lockdown, Alitalia effettuava sei voli A/R Verona-Roma ed in estate anche qualcuna su Cagliari e Catania».
Siamo in buona compagnia, per la verità. Tra gli altri, anche a Brindisi, Bergamo/Orio al Serio e Pisa sta accadendo questo. Addirittura, presso l’Aeroporto di Trieste, prima erano stati ripresi alcuni voli giornalieri e successivamente sono stati sospesi. Di fatto, Alitalia non garantisce l’esercizio di alcuna tratta aerea rispetto a quelle attive prima dello scoppio dell’emergenza e con questo determina anche conseguenze rilevanti e a catena sull’economia delle aree coinvolte, sulla tenuta occupazionale, a partire da quella legata alla operatività del Catullo stesso.
«L’assenza di collegamenti aerei tra Verona e la capitale rischia di inficiare in prospettiva la necessaria rete interconnessa dei trasporti a supporto dell’hub internazionale di Fiumicino nonché a supporto del turismo e dello sviluppo territoriale. Poiché le ragioni sfuggono ai più – conclude D’Arienzo – ho chiesto ai ministri De Micheli e Patuanelli se intendano tempestivamente adottare provvedimenti per garantire l’operatività dei collegamenti aerei non più ripresi dopo l’epidemia e se, in vista del nuovo piano industriale che interessa la compagnia, ritengano di assicurare alcune tratte aeree fuori dalle scelte di mercato, per garantire l’effettivo diritto alla mobilità».