(di Gianni De Paoli) Proprio mente Fratelli d’Italia cresce ed è accreditato di un 15% di consensi, raggiungendo le percentuali di Alleanza Nazionale, in Veneto scoppia una guerra interna che rischia di compromettere il risultato delle regionali del 20 settembre. A scatenarla è Sergio Berlato, vicentino, che dopo essere stato eletto deputato europeo ed essere stato sostituito alla segreteria regionale, non vive bene la sua nuova posizione ed ha preso a menare randellate a destra e a manca sulla gestione del partito. Con delle lettere alla Meloni, subito divulgate alla stampa, dice in sostanza: senza di me FdI in Veneto non funziona, vedete di cambiarne in fretta la gestione, altrimenti…
Prima o poi il bubbone doveva scoppiare. Sono più di vent’anni che il leader indiscusso dei “Cacciatori Veneti”, imperversa nella destra veneta. Proveniente dal movimento “Caccia-Pesca-Ambiente” era entrato in Alleanza Nazionale per un accordo con l’allora coordinatore regionale on. Nicola Pasetto, morto nel 1997 a 35 anni in un incidente stradale. Consigliere regionale, assessore, deputato europeo, Berlato ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel partito forte del suo consenso elettorale. Un consenso personale che gli deriva dalla sua associazione venatoria diffusa in tutta la regione, che c’entra poco con la destra e che potrebbe portarsi anche in un altro partito.
Stavolta Berlato non vive bene la sua dislocazione a Bruxelles. Qualcosa gli sta sfuggendo di mano. Nella “sua” Vicenza Elena Donazzan, della destra sociale, bravissima assessore regionale, già militante del Fronte della Gioventù e con un radicamento politico molto più profondo, si sta muovendo alla grande. E in tutta la regione sono molti esponenti storici del partito che alzano la testa. Berlato, a torto o a ragione, si sente messo nel cimitero degli elefanti e vuole uscirne. A tutti i costi. Dal cimitero e forse anche da FdI, portandosi dietro qualcuno e qualcuna…