(di Bulldog) Non ho idea di come finirà a Bruxelles il negoziato odierno. Non bene, direi. Giuseppi tornerà senza poter vantarsi dei 100 e più miliardi a fondo perduto dai colleghi europei e dovrà prepararsi a fare un piano vero (non un altro modello-Colao: ordinato, pagato, mai letto e mai attuato) per mettere mano ai miliardi in prestito. L’Italia si indebiterà su tutta la linea: Sure, Mes, recovery fund…nessun pasto è gratis, non più. Vuol dire anche che lo spread sul debito pubblico salirà e tutto il nostro debito – che a fine 2020 starà sul 150% del Pil, sperando che in autunno il quadro migliori un po’.. – costerà ben di più dei 61 miliardi previsti del DEF di quest’anno e dei 64 indicati per il 2021. Ora, per chi si stufa a far le divisioni: 61 miliardi l’anno sono 167 milioni€ che ogni fottuto giorno regaliamo a banchieri, rentier ecc ecc
Diciamocelo subito, fra noi: qua bisogna mettere mano al portafoglio. O lo fa Giuseppi e taglia il suo budget, o lo farà Giuseppi piazzando nuove tasse. Il mancato rinvio delle scadenze di fine mese è un segnale chiaro: a chiacchiere stiamo a zero, a soldi pure. Come ne usciamo?
Beh, ci sono nel DEF un po’ di cifre che si potrebbero aggiustare: ad esempio, dei 386 miliardi di spesa sociale si possono tagliare quota100 (e sono 13 miliardi complessivamente risparmiati per una misura che pochi Italiani hanno chiesto e quindi inutile per il Paese) e reddito di cittadinanza che premia fannulloni e malavitosi (altri 5 miliardi l’anno). Sia detto chiaramente: le follie di Lega e 5Stelle a debito ci costeranno sino al 2038, quasi 20 miliardi di interessi passivi in più. Finiamola qui, non trovate?
Quest’anno paghiamo 284 miliardi di pensioni: è la voce di spesa più alta. Salviamo quelle sino a mille euro al mese, ma facciamo che sopra una certa cifra scatti da domani un “contributo di solidarietà” verso le giovani generazioni che stiamo fregando alla grande? Sarebbe un’opera di giustizia e non parlatemi di contributi versati e diritti acquisiti. I primi li verifichiamo in un attimo, e vediamo quanti prendono più di quanto hanno versato; i secondi ci portano dritti al default.
Ci sono 154 miliardi di consumi intermedi, spese pure. Signori, non ce le possiamo più permettere: l’Europa vuole risparmi? Bene, diamoglieli. Via tutte le missioni internazionali che costano miliardi. In Mali, in Niger ci vanno i francesi; in Afghanistan, gli americani; in Iraq, idem (i casini li hanno fatti loro del resto); in Kosovo, gli olandesi (che hanno già fatto un’ottima figura a Sebrenica). Scoppierà di nuovo la guerra civile? Sono desolato, davvero. Protestino a Bruxelles e chiamino le ONG, non noi.
Altri 5 miliardi vengono dal saldo attivo che non daremo più a Bruxelles. Del resto, non vogliono una Unione più leggera? Bene, diamogli anche questa. Dal 2014 al 2018 l’Italia ha lasciato in Europa 18 miliardi di €. Non siamo gli unici, per carità, ma adesso quei soldi servono a noi e col Pil in picchiata bisogna rifare i calcoli. E dato che mancheranno anche i 6 miliardi di apporto netto della Gran Bretagna, Polonia e Ungheria possono iniziare a tirare la cinghia. Del resto, hanno ciucciato 73 miliardi negli ultimi cinque anni (51 la Polonia, 22 l’Ungheria) a tutti gli altri Europei. Sono sufficienti e mi chiedo come mai Mark Rutte, bello come l’olandesina della Miralanza, non si sia ancora lamentato. Al posto suo, io l’avrei fatto.
Via i contributi alla cooperazione internazionale, alle Nazioni Unite, alle missioni di salvataggio nel Mediterraneo e alla cura dei profughi ecc ecc. Quando una società va in amministrazione controllata si fa così, via tutto il superfluo ed anche tutta la parte nobile…
Togliamo tutti i contributi al trasporto pubblico locale (6 miliardi l’anno: chi usa l’autobus se lo paga), alle FS (altri 8.7 miliardi), all’ Alitalia (altri 3 miliardi). Vendiamo gli immobili dello Stato: sono 974mila unità catastali e valgono 283 miliardi. Dimezziamo l’illuminazione pubblica: è ridondante, spendiamo 28.7€ a testa contro i 5.8 € dei tedeschi, cos’è siamo più fessi di loro?
In altre parole, il coronavirus, il virus della verità, ha reso palese quello che già si sapeva: delle parole a vuoto di Giuseppi non gliene frega niente a nessuno. O l’Italia affronta il suo debito pubblico o resterà da sola. Quest’anno perdiamo da 75 a 100 miliardi di entrate fiscali a causa del crollo dell’economia. Debbono essere 75-100 miliardi di tagli di spesa. Non è possibile altrimenti. Senza tornare alle “clausole di salvaguardia” che, abolite, sono guarda caso ancora nel DEF con già gli importi: 21 miliardi nel 2021 e 26 nel 2022. Poteva un altro premier fare meglio di Giuseppi? Siete polemici se lo pensate: in fondo non sta tornando a mani vuote, ha una bella pala per ciascuno di noi, per scavare oltre al fondo del barile…