Cattolica Assicurazioni: è stata notificata l’impugnativa della delibera assembleare del 27 giugno scorso di conferimento di delega al Cda per l’aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione. L’atto è stato predisposto dallo Studio Grimaldi con l’avv. Ilario Giangrossi e dall’avv. Francesco Mercurio del foro di Venezia, in collaborazione con importanti professionisti del territorio.
La convinzione dei soci è di poter ottenere una sospensiva dell’efficacia della delibera assembleare in modo da consentire le verifiche di legittimità della stessa, prima che ne venga data esecuzione il 31 luglio rendendola non più impugnabile. I ricorrenti – oltre ai rappresentanti di Casa Cattolica anche rappresentanti della Curia veronese e diversi imprenditori, evidenzia una nota – ritengono che non sia stata fatta adeguata informativa ai soci in sede di assemblea, che il voto sia stato impattato dalla tardiva e scarsa comunicazione resa ai soci e che il diritto di opzione sia stato limitato senza spiegarne bene le ragioni, snaturando così l’identità della cooperativa.
In particolare, molta attenzione è stata data all’”abuso di diritto ai danni dei soci” in quanto l’aumento di capitale deliberato è “volto a favorire una vendita a terzi del controllo della società”. Questo “tramite collocamento privato da parte degli amministratori, liberi, nell’ambito di una delega del tutto indeterminata e valevole per cinque lunghi anni, di far entrare nel capitale sociale terzi interessati a dispetto dei diritti degli attuali soci, privati illegittimamente del diritto d’opzione”.
La delibera è “stata assunta senza il rispetto delle prescrizioni e delle cautele che il legislatore ha dettato, in ipotesi di aumento di capitale delegato, a garanzia della posizione dei soci“, con riferimento, in particolare, al mancato rispetto delle tutele previste dall’2443 e 2441 del codice civile in materia di limitazione del diritto di opzione e di pareri di congruità sul prezzo dell’aumento. Cattolica non ha neppure esplicitato le ragioni per cui è stata prospettata la limitazione del diritto d’opzione in capo ai soci, così come non ha rispettato la disciplina in tema di informazione dei soci di società quotate prevista dal testo unico della finanza.
Ieri il titolo Cattolica ha chiuso in Borsa a 5,37€ ad azione, come evidenzia il grafico, con un più 1.03% avvicinandosi alla soglia di prezzo fissata per l’ingresso di Generali.