Troppi veronesi utilizzano l’auto per muoversi, anche per tragitti molto brevi. Il 61 per cento dei cittadini, infatti, sceglie la macchina per spostarsi in città, nonostante il 50 per cento dei tratti urbani percorsi sia sotto i 3 chilometri, la distanza che separa Borgo Venezia o lo Stadio da piazza Bra. Dati pre-Covid che potrebbero registrare un’impennata a settembre, se anche solo una parte del 23 per cento dei fruitori del trasporto pubblico, circa 10 mila lavoratori e 28 mila studenti nelle ore di punta, iniziasse a preferire la macchina all’autobus. Una tendenza che, nell’arco di una decina d’anni, potrebbe portare alla congestione del traffico cittadino. Solo il 5 per cento dei veronesi, infatti, sceglie la bicicletta per muoversi durante il giorno e l’11 per cento va a piedi.
È quanto emerge dal Pums, il primo Piano urbano della mobilità sostenibile di Verona ultimato in queste settimane. Un documento che analizza e studia i flussi di movimento in città, proponendo indicazioni precise su come intervenire sulle infrastrutture, sulle piste ciclabili e sul trasporto pubblico. Dopo la raccolta dei dati, la valutazione dei 3 mila questionari compilati dai cittadini, gli incontri con tutti i portatori d’interesse, tra cui le scuole, e lo studio dei sistemi di trasporto alternativo, ora il documento è pronto. E presenta una fotografia della mobilità scaligera. Un’istantanea che, nel futuro, sarà integrata dalle nuove infrastrutture inserite nel Pums, interventi che puntano ad incentivare l’uso dei mezzi sostenibili e, quindi, un vero e proprio cambio di mentalità.
Spostamenti cittadini. Sono circa 70 mila i veicoli che attraversano la città ogni giorno, 5 mila, invece, i mezzi commerciali e mille i camion. Sul totale dei passaggi registrati, il 50 per cento resta circoscritto all’interno del territorio comunale. Macchine, quindi, che si muovono partendo ed arrivando in punti diversi della città, ma senza fare lunghi percorsi. Di questi, la metà fa meno di 5 chilometri, con punte del 38 per cento per tragitti inferiori ai 4 chilometri e del 22 per cento addirittura sotto i 3 chilometri. Tratte brevi che potrebbero essere fatte anche con mezzi sostenibili e alternativi all’auto.
Interventi e nuove infrastrutture. Tra le soluzioni per migliorare la viabilità cittadina, il nuovo attraversamento sotto i binari della ferrovia per congiungere Santa Lucia allo Stadio. Così come il collegamento ferroviario tra l’aeroporto Catullo e la fiera. Ma anche il potenziamento del trasporto pubblico locale, il raddoppio delle piste ciclabili previsto dal ‘Biciplan’ e nuove cerniere di mobilità, ossia parcheggi scambiatori serviti non solo da navette e bus ma anche da altri mezzi sostenibili. E, infine, una nuova strada urbana in grado di collegare la zona est della città con la ovest, un passaggio di attraversamento delle Torricelle, ad un’unica canna solo per i mezzi leggeri, fino a Ca’ di Cozzi. Allo studio anche nuove infrastrutture per la connettività del traffico veicolare, come il potenziamento della centralizzazione semaforica, dei pannelli a messaggio variabile, dell’interazione attraverso smartphone. E, infine, l’implementazione della micro mobilità, bici elettriche e monopattini in primis.
Iter del Pums. Il Piano della mobilità, realizzato dal Comune insieme alla società Sintagma S.r.l. di Perugia, che si è aggiudicata il bando per la redazione, ora passa in Regione per l’approvazione della Valutazione ambientale strategica. Una volta superato lo screening regionale, potrà essere adottato dalla Giunta comunale e quindi essere pubblicato e consultabile da tutti. Successivamente sarà il Consiglio comunale ad esaminare il documento e ad esprimersi in merito. In caso di approvazione anche da parte dell’aula consiliare, il Piano potrà trovare attuazione. Si tratta di un documento obbligatorio per legge, necessario anche per partecipare ai prossimi bandi europei e aggiudicarsi i fondi per le infrastrutture.
Ad illustrare quanto emerso nei mesi di lavoro per la redazione del Pums, questa mattina in diretta streaming, l’assessore alla Viabilità Luca Zanotto.
“I dati raccolti e gli studi effettuati ci dicono che se non invertiamo le percentuali, e riduciamo le auto in circolazione, tra una decina di anni il traffico sarà congestionato – ha spiegato Zanotto -. Effetti che potremmo vedere anche a breve. Se a settembre, post Covid, solo il 3 per cento dei fruitori dei mezzi pubblici dovesse decidere di usare la macchina, i 40 minuti oggi necessari per attraversare la città diventerebbero più di 60. Non possiamo creare nuove strade, al di là di qualche collegamento strategico, serve un vero e proprio cambio di mentalità che ci porti ad utilizzare i mezzi alternativi, sostenibili ed ecologici, per le brevi percorrenze. O ad integrare l’uso dell’auto, che può rimanere lungo la cinta esterna della città, con altri sistemi di trasporto. Soluzioni di intermodalità cittadina, che trovano applicazione nel nuovo concetto di cerniere di mobilità, spostamenti urbani fatti con mezzi diversi, a partire dai parcheggi scambiatori. E quindi lasciando l’auto fuori dalla città, per poi usare la bici, il monopattino o il bus per raggiungere la destinazione. Stiamo parlando del futuro della nostra città, per questo investiremo sul raddoppio delle piste ciclabili e sul potenziamento della micro mobilità, ma il vero cambiamento sarà possibile solo se ognuno di noi deciderà di fare la propria parte”.