Fanno la ruota, come i tacchini che finiscono in forno a Natale. Grillini & pidini sono soddisfatti di aver portato a casa da Bruxelles un bel po’ di miliardi per comprarsi la fiducia degli italiani. Conte crede di essere una volpe, ma prima o poi anche lui finirà in pellicceria. Perché una cosa è governare, un’altra farsi dare i soldi dagli altri. C’è poco da cantar vittoria! Buona parte di quella scarrettata di miliardi li dovremo restituire. Sì, ma fra trenta o quarant’anni, rispondono quei geni. Bene! Bella visione del mondo! Bel senso di responsabilità nei confronti dei nostri figli lasciare in eredità dei debiti! I nostri padri ci hanno consegnato un paese che era la quinta potenza economica del mondo, dopo averla tirata su da una guerra mondiale persa. Questa Italia l’hanno ricevuta anche i Conte, i Di Maio, i Zingaretti che però non si vergognano a mendicare aiuti dagli altri Stati, incuranti di passare per “sanguisughe“, come ci definiscono nei paesi del nord Europa.
Non gliene frega niente a loro. Gli basta tirare a campà, non arrivare alle elezioni, anche a costo di perdere quel po’ di faccia che ancora avevamo nel mondo.
A loro. Ma a noi no! Noi abbiamo ancora il senso dell’onore, della dignità. Noi non vogliamo vergognarci di essere italiani, ma soprattutto vogliamo guardare in faccia i nostri figli sapendo che per loro abbiamo fatto il massimo. Non vogliamo abbassare gli occhi consapevoli di avergli tirato una fregatura. E se il covid ha fatto danni, il modo per uscirne c’era senza andare in giro col cappello in mano. Bastava spiegare agli italiani, che hanno il risparmio privato fra i più grandi del mondo, che per salvare il paese bisognava sottoscrivere un grande prestito nazionale, dei buoni del tesoro magari con dei premi ad estrazione, come si faceva negli anni ’60. Ma forse a spiegarglielo ci voleva qualcuno che non avesse la faccia di Conte.