Cattolica, cresce il fronte dei perplessi all’operazione di ingresso del Leone di Trieste. Questa mattina la CGIL ha posto – in una nota – il problema dei possibili esuberi di personale. «La discussione sull’ingresso di Assicurazioni Generali nell’azionariato del Gruppo Cattolica Assicurazioni investe la città di Verona e travalica la mera questione aziendale. La Fisac CGIL di Verona ritiene siano necessarie chiarezza e garanzie sulla natura e sulle prospettive
dell’operazione.
La trasformazione in Società per Azioni, indispensabile nel caso non si riesca ad effettuare l’aumento di capitale per altre vie, non dovrà in alcun modo determinare pregiudizio per i livelli occupazionali e gli aspetti
professionali delle lavoratrici e dei lavoratori di Cattolica, né ora né in futuro.
Cattolica vanta una storica e radicata presenza sul territorio scaligero che deve essere mantenuta. Le precedenti esperienze vissute da Verona devono far riflettere: basti pensare a come il gruppo Unicredit, quando avvenne l’acquisizione Cariverona, abbia impoverito la città trasferendo i centri decisionali e cedendo rami di azienda a soggetti terzi; l’operazione Banco Popolare-BPM sta manifestando analoghe dinamiche.
Il presidente Bedoni ha più volte fatto riferimento ad un “accordo quadro” tra Cattolica e Generali che definisce l’impatto dell’operazione sulla Compagnia e pertanto sul territorio. Chiediamo che tale accordo
venga reso pubblico affinché le OO.SS. possano valutare su elementi oggettivi le prospettive dell’operazione
».