(di Bulldog) Doveva abolire la povertà in Italia, ci costerà fra i 70 e gli 80 miliardi di euro sino al 2028. Ma è uno dei flop più vergognosi della storia repubblicana con un tasso di furfanterie che è pari al 60% delle indagini avviate da Inps e Guardia di Finanza. In più aiuta prevalentemente il Sud a scapito dei poveri del Nord che hanno il torto – evidentemente – di non aver votato in massa il Movimento 5Stelle. Ma, oltre a far crescere il debito pubblico, il reddito di cittadinanza fa molto di peggio. L’esame dell’Osservatorio dei Conti pubblici è impietoso: ha diviso il Paese privilegiando arbitrariamente il Mezzogiorno; risulta più generosa per i nuclei familiari poco numerosi quando la povertà aggredisce quelli maggiori; è persino poco inclusivo per i cittadini stranieri.
Questi i dati dell’analisi: da aprile 2019 a maggio 2020 i nuclei familiari beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza (Rdc/PdC) sono stati circa 1,17 milioni. Il beneficio ha raggiunto 2,8 milioni di individui, un numero relativamente piccolo se si considera che, secondo l’Istat, nel 2019 erano 4,6 milioni le persone in condizione di povertà assoluta . Praticamente soltanto un povero su due è stato aiutato. L’altro è un lavoratore in nero che non hanno alcuna intenzione o possibilità di regolarizzarsi.
Le quote maggiori di beneficiari del RdC/PdC risiedono al Sud e nelle Isole (rispettivamente il 43,2 e il 23,2 per cento). Queste quote sono notevolmente superiori alle percentuali dell’Istat il 31,6 per cento al Sud e il 13,5 per cento nelle Isole. Lo squilibrio fra individui poveri secondo l’Istat e beneficiari si manifesta al Nord, dove risiede il 40,5 per cento delle persone povere ma dove soltanto il 20,2 per cento è stato raggiunto dal reddito. Quindi, al Sud gli elettori di Giggino vengono premiati; al Nord, un povero su due non becca mai un quattrino.
Un ulteriore fattore di squilibrio deriva dal fatto che l’importo medio mensile nel Mezzogiorno è di circa il 24,7 per cento maggiore rispetto al Nord (rispettivamente 555,4 e 445,5 euro), sebbene il costo della vita al Sud sia significativamente più basso. Considerando congiuntamente l’Incidenza regionale del beneficio (rapporto tra i beneficiari e i residenti di ogni regione) e l’importo medio mensile, risultano maggiormente beneficiate Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, mentre sono penalizzati in termini relativi Trentino, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia come evidenzia la grafica qui sotto.
L’Istat evidenzia che le famiglie con 5 o più componenti sono più fragili dal punto di vista economico. Nel 2019 l’incidenza della povertà assoluta è stata del 9,6 per cento per i nuclei con quattro componenti, 16,2 per cento per quelli con cinque e più, mentre tra i single era solo del 5,7 per cento. Invece, il 39,7 per cento dei nuclei premiati col reddito di cittadinanza è composto da un individuo, mentre solo il 9,6 per cento da 5 o più individui. Quanto alle risorse, il 31,2 per cento sono state destinate ai single e solo il 12,3 per cento alle famiglie numerose.
Infine, l’inclusione dei cittadini stranieri: secondo l’Istat, gli individui stranieri poveri sono quasi 1,4 milioni, con un’incidenza del 26,9 per cento contro il 5,9 per cento dei cittadini italiani. Per questa categoria particolarmente esposta alla povertà, il RdC/PdC prevede delle regole stringenti per l’accesso (un cittadino proveniente da un Paese terzo deve essere in possesso di un permesso di soggiorno UE di lungo periodo e residente in Italia per almeno 10 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo), pertanto la misura ha raggiunto solo una piccola percentuale dei nuclei familiari. La RT aveva stimato sulla base dei dati sulla cittadinanza degli stranieri che il 36 per cento dei 241.000 nuclei familiari stranieri residenti non fosse eleggibile perché non in possesso dei requisiti; quindi la platea potenziale risultava di 154.000 nuclei a cui sarebbero state erogate risorse per 951 milioni nel 2019. Si rileva invece che solo il 6,2 per cento dei nuclei beneficiari ha avuto come richiedente un cittadino extracomunitario; le persone coinvolte sono state circa il 7,8 per cento del totale e hanno percepito un beneficio medio mensile del 7,7 per cento inferiore rispetto a quello dei nuclei italiani (480 € a fronte dei 520 delle famiglie italiane).
Insomma, non uno dei target suggeriti è stato raggiunto correttamente. Resta la spesa, leggermente inferiore al previsto a conferma di conteggi fatti con una certa qual approssimazione. Ma non c’è soltanto la censura politica: ci sono poveri rimasti senza aiuti perché sono stati aiutati millantatori, falsi poveri e delinquenti veri. E questa è una colpa ben più grave.