Dopo Venezia e Treviso anche l’Aeroporto di Bergamo – uno dei più trafficati d’Italia – entra nel portfolio di AGSM Energia, la società di vendita di luce e gas del gruppo di Lungadige Galtarossa: la società guidata da Mario Faccioli e diretta da Floriano Ceschi ha vinto la gara per la fornitura di energia elettrica allo scalo lombardo, per un controvalore annuo di poco più di 5 milioni € rafforzando la propria proiezione fuori dal Veronese: il fatturato nel 2019 si è attestato a 787 milioni €, con una crescita a doppia cifra sul 2018, di bui ben il 69% ottenuto da clienti – privati, imprese, amministrazioni pubbliche – al di fuori della nostra Verona.

Nel frattempo, secondo BorsaItaliana c’è da registrare l’ennesimo colpo di scena sul dossier Multiutility del Veneto. Nell’ambito del processo di aggregazione tra Agsm Verona e Aim Vicenza si profila infatti un possibile asse tra Hera e la cordata Alperia-Dolomiti Energia, per diventare partner industriale della nuova realtà. Il progetto in pole position, sarebbe ancora quello di A2A, che in cambio di un termovalorizzatore in Lombardia e due centrali idroelettriche in Friuli, potrebbe detenere un terzo del capitale della Multiutility del Veneto. A giugno, tuttavia, Agsm e Aim hanno deciso di avviare un processo competitivo in modo da verificare l’infungibilita’ degli asset (e in generale dello schema di riassetto) messi in campo dal gruppo lombardo In questo contesto, nei giorni scorsi, sono pervenuti agli advisor le offerte non vincolanti di Hera e del tandem del Trentino Alto Adige Alperia-Dolomiti. Proposte integrate e approfondite rispetto a quelle già presentate quasi un mese fa, con una novità rilevante. Dato che Agsm e Aim hanno chiesto conferimenti di asset nella filiera ambientale e in quella delle rinnovabili, Hera e Alperia-Dolomiti hanno esplicitamente sottolineato che sono disponibili a formulare offerte congiunte: alla nuova AGSM veronese-berica andrebbe l’utilizzo del termovalorizzatore di Padova (usa la tecnologia dell’impianto-cult di Copenhagen) chiudendo così il ciclo dei rifiuti urbani e la disponibilità delle centrali idroelettriche atesine.

Ora il processo prevede che gli advisor esaminino le proposte arrivate da Hera e da Alperia-Dolomiti e che forniscano un primo responso e soprattutto un confronto con quella di A2A. Poi,  verosimilmente a settembre, toccherà alla politica decidere se proseguire con la semplice fusione a due o se scegliere subito un partner.