In Italia durante il lockdown per Covid-19 sono aumentati notevolmente i consumi domestici di carne avicola. Si pensi che nel mese di marzo la maggiore richiesta è stata del +25% rispetto alla media mensile dell’ultimo quinquennio, pur tenendo conto che il canale Horeca (hotel, ristoranti, catering), che assorbe circa il 20% della produzione complessiva, è rimasto bloccato per Coronavirus. La capacità di risposta della filiera avicola è risultata quindi buona, riuscendo nel complesso a soddisfare le richieste dei consumatori, nonostante alcune problematiche legate alla tipologia del prodotto abbiano creato qualche problema; va ricordato per esempio che nelle rosticcerie viene richiesto soprattutto il pollo leggero, mentre gli acquisti domestici si indirizzano maggiormente verso il pollo pesante.
Su questo quadro si innesta l’avicoltura veneta che rappresenta, sotto il profilo produttivo, il comparto regionale più forte in Italia, coprendo infatti una quota assolutamente rilevante (30% in volume) della produzione complessiva.
La fotografia del comparto avicolo arriva da un nuovo Report di Veneto Agricoltura che ne analizza l’evoluzione avvenuta negli ultimi anni, fornendo un quadro esaustivo sia della produzione mondiale ed europea che degli scambi commerciali, soffermandosi in particolare sulla struttura produttiva italiana e veneta, con dati aggiornati al 2019 sulle strutture della nostra Regione.
Nel periodo gennaio-maggio 2020 (ultimi dati disponibili, Ismea – Osservatorio consumi domestici) gli acquisti domestici complessivi di carni avicole sono aumentati in volume del +5,9% e del +8,1% per il pollo, mentre in valore l’aumento ha toccato i +9,8% e il +13,9% per il pollo, rispetto allo stesso periodo del 2019. A marzo è stato registrato un balzo in avanti anche dei listini, soprattutto per il pollo pesante che è passato da valori intorno ad 1 euro/kg a 1,2 euro/kg e anche più. Valori che si sono velocemente ridimensionati a fine aprile e inizio maggio con quotazioni anche sotto la media per effetto del rientro delle richieste del pollo pesante e ripristino di quelle del pollo leggero.
Al di là di questo particolare momento favorevole, la filiera avicola nazionale, e quindi anche veneta, si trova però ad affrontare alcuni scenari che preoccupano gli operatori, soprattutto nel medio-lungo periodo. Alcuni Paesi dell’area europea, come la Polonia e l’Ucraina, stanno effettuando importanti investimenti in strutture produttive e, dato il breve ciclo produttivo degli avicoli, è possibile che in tempi relativamente brevi possano ulteriormente incrementare la loro capacità di export a prezzi molto competitivi, allargandosi anche sul mercato italiano