Le prime due banche italiane – Intesa e Unicredit – non stanno rispettando la moral suasion della Banca d’Italia né quella dell’Antitrust per dare ristoro alle richieste di numerosi detentori di mutui prima casa che hanno fatto richiesta di moratoria e sono in attesa sin da marzo di una risposta della Banca. L’Antitrust ha reso nota risposta positiva da parte di 12 banche e società finanziarie attive sul territorio nazionale (BNL, Banco BPM, UBI, Crédit Agricole, Credem, MPS, Banca Popolare Sondrio, Creval, BCC Pisa, Compass, Agos e Fiditalia) in relazione ai suggerimenti avanzati per le modalità di attuazione delle misure previste dal decreto legge Cura Italia e dal decreto legge Liquidità. Alcune segnalazioni di disservizi erano arrivate anche da correntisti risiedenti nella provincia di Verona.
Come si ricorderà, le misure riguardano la sospensione delle rate dei mutui prima casa e dei finanziamenti per le imprese e l’accesso a forme di finanziamento tramite il fondo di garanzia (finanziamenti fino a 30 mila euro con garanzia totale). L’Autorità aveva riscontrato una serie di criticità per avere accesso alle misure previste dai due decreti, poiché le banche e società finanziarie interessate tenevano condotte che potevano essere di ostacolo, per i consumatori e per le microimprese, all’accesso agli interventi di sostegno.
Le problematicità più ricorrenti riguardavano l’assenza di informazioni sulla tempistica per avere accesso alla sospensione delle rate dei mutui e dei finanziamenti alle imprese e ai nuovi finanziamenti garantiti. Inoltre, la mancanza di chiare indicazioni sugli oneri per la sospensione delle rate, particolarmente riguardo all’aumento degli interessi complessivi rispetto al totale originariamente previsto a fronte dell’allungamento dei piani di ammortamento.
Le dodici banche hanno inserito in modo evidente sui siti/documenti informativi/moduli di richiesta sia la tempistica massima di risposta alle richieste di sospensione ed erogazione per le tre misure dei dl Cura Italia e Liquidità, che notizie sui maggiori costi per gli interessi maturati nel periodo di sospensione delle rate (con esemplificazioni). Anche le società finanziarie hanno modificato e integrato l’informazione sui tempi e sui costi e due di queste hanno specificato l’assenza di costi aggiuntivi non conteggiando interessi durante il periodo di sospensione delle rate.
L’Autorità ha dunque ritenuto che le moral suasion abbiano portato a esiti positivi in termini di chiarezza informativa sui tempi di accesso agli interventi previsti dai due decreti legge e sui relativi costi. La trasparenza così ottenuta, con informazioni complete e chiare – sulla tempistica e sulle condizioni economiche – può contribuire ad assicurare a consumatori e imprese il sostegno economico indispensabile per affrontare l’attuale emergenza.
L’attività era stata avviata lo scorso 11 giugno quando L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato quattro istruttorie nei confronti di primarie banche e società finanziarie (Unicredit, IntesaSanPaolo, Banca Sella e Findomestic) per problematiche emerse sia sull’assenza di informazioni sulla tempistica per avere accesso alle varie misure di sostegno dettate in favore di microimprese e consumatori, che di chiare indicazioni sugli oneri derivanti dalla sospensione del rimborso dei finanziamenti concessi alle imprese, in termini di aumento degli interessi complessivi rispetto al totale originariamente dovuto quale effetto dell’allungamento dei piani di ammortamento. Inoltre, le banche avrebbero posto indebite condizioni all’accesso a tali misure, quali l’apertura di un conto corrente o possedere specifici requisiti non previsti dalla normativa, oppure avrebbero cercato di dirottare i richiedenti verso forme di accesso al credito diverse e potenzialmente più onerose rispetto a quelle di cui al DL Liquidità. Mancano ancora le risposte di Banca Intesa e Unicredit.