La ristorazione italiana rischia un crack da 34 miliardi nel 2020 a causa della crisi economica, del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa provocati dall’emergenza coronavirus. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ipotesi di un bonus, anche come credito di imposta per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani al 100%, nel Dl Agosto del Governo per rilanciare i consumi che avrebbe un effetto a valanga positivo su tutto l’indotto se sosterrà il rilancio dei consumi di vino, olio, carne, pesce, formaggi e frutta e verdura Made in Italy.
Una misura importante – sottolinea la Coldiretti – per garantire un’immediata iniezione di liquidità nel sistema e favorire i pagamenti delle prime settimane di riapertura che deve sostenere gli esercizi pubblici di ristorazione per l’acquisto di prodotti agroalimentari nazionali. A causa della pandemia i consumi extradomestici per colazioni, pranzi e cene fuori casa sono stimati in calo del 40% secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Un duro colpo per l’economia nazionale con la spesa degli italiani per mangiare fuori casa prima dell’emergenza coronavirus che – riferisce la Coldiretti – era pari ad 1/3 del totale dei consumi alimentari nazionali.
Una drastica riduzione dell’attività che, oltre a mettere a rischio il futuro di 180mila attività e il lavoro di 1,3 milioni di addetti – sottolinea la Coldiretti –, pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
A far calare le presenze oltre alla crisi economica e alla diffidenza tra gli italiani è soprattutto la mancanza del turismo dall’estero con oltre 16 milioni di cittadini stranieri in vacanza in Italia nel 2019 durante i mesi di luglio, agosto e settembre che quest’anno rischiano di essere praticamente azzerati dalle preoccupazioni e dai vincoli resi necessari per affrontate l’emergenza coronavirus, secondo l’analisi Coldiretti su dati Bankitalia.