(di Gianni De Paoli) Il caso dell’ex caserma Serena a Casier, vicino a Treviso, è preoccupante. Non solo perché dista solo 120 chilometri da Verona e perché la struttura urbanistica del Veneto, caratterizzata dall’insediamento diffuso, favorisce i contatti e quindi i contagi, ma perché è la prova provata che così come il governo Conte sta gestendo la pandemia è la garanzia che fra qualche mese saremo di nuovo impestati dal virus. Con tutto quel che ne consegue. 

Nell’ex caserma trevigiana ci sono 247 positivi fra immigrati clandestini, arrivati cioè sul territorio italiano violando le nostre leggi, e operatori sociali che li devono accudire. Prima o poi c’è sempre qualcuno che scappa, che elude la sorveglianza e così… Stessa cosa a Jesolo, qualche settimana fa, nella struttura della Croce Rossa. Gli immigrati positivi giravano per il paese, facevano dei lavoretti e il virus ha cominciato a girare. E chissà in quante altre strutture simili ci sono situazioni analoghe di cui verremo a conoscenza solo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla.

C’è da preoccuparsi. Per la nostra salute, ovvio, e per la nostra economia: un altro lockdown sarebbe devastante. E la tendenza al rialzo dei contagi non prospetta niente di buono. Il problema, come sottolineato dal sociologo Luca Ricolfi, membro del comitato tecnico-scientifico sulla pandemia, sta nel fatto che il governo gestisce l’emergenza con due pesi e due misure. Con gli italiani è rigido (distanziamento, mascherine, stadi chiusi ecc.), con gli immigrati si comporta come se nulla fosse, continuando a ricevere in Italia chiunque sbarchi. E siccome arrivano dall’Africa, che dal punto di vista sanitario è fuori controllo, significa che il governo fa arrivare nuovi portatori del virus, poco importa se asintomatici.

Questo è un atteggiamento demenziale e irresponsabile che determina sicuramente la diffusione del virus. Un atteggiamento determinato dall’ideologia dell’accoglienza, che nelle menti bacate di chi governa prevale sulla salute degli italiani. E’ inaccettabile.