(di Michele Bertucco) Il 5 luglio 2019 con delibera di giunta veniva sottoscritto un protocollo d’intesa tra Comune, Regione e Ferrovie per la riconversione a “parco urbano” dell’ex scalo merci (limitatamente alle aree non interessate dal progetto di Alta Velocità/ Alta Capacità) e per la creazione di una “nuova” e non meglio precisata “polarità urbana”. Ora siamo in agosto 2020, i termini per la costituzione del tavolo tecnico (15 giorni) e per l’elaborazione della proposta (12 mesi) sono abbondantemente spirati, ma non si è ancora visto nulla.

Che cosa dobbiamo aspettarci, se mai verrà formulata una proposta? In primo luogo, il protocollo d’intesa chiarisce che la superficie da destinare a verde sarà la metà di quella totale. Secondo, la parte verde del central park sarà “luogo fisico di atterraggio degli interventi di valorizzazione di iniziativa privata che necessitino, nell’ambito del Comune di Verona, del reperimento degli standard urbanistici a verde”. Vale a dire che gli standard urbanistici maturati in interventi edilizi vari in giro per la città verranno trasferiti allo scalo merci per rinverdire la superficie destinata a parco. E’ evidente che il bilancio ecologico resterà negativo su scala comunale. Non da ultimo, la nuova polarità urbana sarà costituita da “un mix di funzioni tra le quali, a titolo esemplificativo, strutture a carattere turistico-ricettivo e attrezzature di interesse collettivo e sportivo”. Cosa ben diversa da quanto ha fatto credere finora il Sindaco.