(di Paolo Danieli) La Meloni e Salvini hanno sbagliato a correre dietro ai grillini sul taglio dei parlamentari. Lo hanno fatto per non passare da difensori della “casta“, perché ormai nell’immaginario collettivo è entrata a far parte l’idea, sbagliata, che i parlamentari siano troppi, per paura di perdere voti. Ma hanno sbagliato. E con loro tutti quei parlamentari che hanno premuto il tasto verde del sì alla legge che porta il loro numero da 945 a 600.
E non ci si venga a raccontare che lo hanno fatto convinti. Chissà quanti, piuttosto di premere quel tasto, il dito se lo sarebbero tagliato, sapendo che uno su tre rimarrà a casa. Eppure l’hanno votata la legge-bandiera dei grillini: ordine dei capi. Che hanno sbagliato, perché la demagogia non è mai stata un buon consigliere e non si corre mai dietro alla bandiera del nemico. E oggi si capisce perché.
Non entriamo nel merito della legge, una bojata, perché non porta nessun vantaggio concreto ma danno alla democrazia sì. Parliamo del fatto politico in sé.
Il referendum è l’occasione per mettere la parola fine al fenomeno del M5S, l’unico partito italiano di proprietà di una persona, composto da dilettanti allo sbaraglio che disgraziatamente sono finiti al governo, anche per colpa di Salvini. Dimostrare col voto che nessuno segue più i grillini, che anche quelli che li avevano votati, dopo averli visti all’opera non li votano più, come certificato dai varie elezioni e sondaggi, è un’occasione unica per sbarazzarcene, per togliere di mezzo quel “fattore Grillo” che blocca la democrazia.
Ma se adesso vincono il referendum e la “loro” legge bandiera passa, come la mettiamo? Questo la Meloni e Salvini, che sono intelligenti, lo sanno, ma non possono dare il “contrordine compagni” di guareschiana memoria! E allora pensiamoci noi, bocciamola noi la legge grillina votando NO. Togliamo noi le castagne dal fuoco ai leader della destra! Faremo un servizio all’Italia e alla democrazia.